Invito a Cena . . . Ebraica

di - del 21 Aprile 2015 © diritti riservati

A Pasqua un’esperienza singolare: La Cena Ebraica

di Gaetano Ala

cena 11Anche quest’anno, il gruppo scout Amalfi I, ha voluto rievocare il “seder di Pesah” e si è ritrovato la sera della domenica delle Palme presso la chiesa di San Benedetto dove era stato allestito il banchetto secondo la tradizione ebraica. Infatti il “seder di Pesach” è una cena particolare che si consuma seguendo un ordine rituale ben preciso nelle prime due sere della festa di Pesach; durante la quale si legge l’Haggadà, cioè il libro che narra della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù.

Il termine “Pasqua” deriva dalla parola ebraica pesach che significa “passare oltre, oltrepassare” e che, quindi, ricorda il racconto dell’Esodo sull’angelo sterminatore che “oltrepassa” le case degli Ebrei, segnate con il sangue dell’agnello, e uccide invece i primogeniti d’Egitto.

cena 12Perché rievocare un rito che non ci appartiene?

Questa una delle tante domande a cui abbiamo dato risposta sia con l’aiuto di don Michele e quest’anno, anche, di Antonio di Benedetto, padre di un nostro esploratore.

La risposta è stata nel cercare di capire che la nostra Pasqua ovvero la Pasqua cristiana pur con nuovi significati cristologici trae origine da questa festività. Di fondamentale importanza sono stati i nostri perché, i nostri interrogativi, frutto e significato profondo di una ricerca che ha sempre contraddistinto l’uomo, a maggior ragione, cristiano. Infatti, la tradizione vuole che, durante la cena, il più piccolo dei partecipanti ponesse delle domande ai commensali sul perché di alcune cose inerenti al rito.

cena 21La nostra “cena” è proseguita,poi, con la  (quaddes)  benedizione del vino e di tutto ciò che arricchiva la mensa di Pesach dal pane azzimo (in ricordo della fuga) alle uova sode, dalle erbe amare (ricordo dell’amarezza della vita dei padri d’Egitto), all’haroset composto di mele grattugiate, noci e cannella diluita nel vino, che ricorda il cemento e la malta che gli Ebrei dovevano preparare in Egitto ed infine la carne di agnello.

La comunità capi ha animato la cena con la narrazione e la spiegazione delle varie parti, la lettura dei salmi e dei passi biblici il tutto supportato dai canti della tradizione ebraica in un’atmosfera particolare seduti su tappeti alla sola luce del fuoco di lanterne.

 

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