Perché nulla vada perduto
Cari fratelli, la liturgia della Parola in questa XVIª domenica del Tempo Ordinario, vuol mettere assolutamente in evidenza sia nella Iª lettura tratta dal II° Libro dei Re (2 Re 4, 42-44) e sia nel Vangelo di Giovanni (Gv 6, 1-15); nel primo riferimento troviamo il profeta Eliseo che ordina ad un uomo evidentemente è lo stesso suo servitore di provvedere alla folla tramite le primizie da lui portate nella bisaccia perché il popolo venga saziato. Anche nel riferimento al Vangelo di Giovanni in questo caso è Gesù che ordina a Filippo di sfamare la folla con una simbologia numerica che Giovanni inserisce nel discorso tra Gesù i discepoli tra cui anche Andrea e la folla.
In tutto la Parola rimanda anche al banchetto dove gli uomini in Cristo possono ristorarsi, rifocillarsi per la vita eterna, infatti tutta l’umanità ritrovata nella creazione, Dio, crea perché l’uomo partecipi con Lui alla vita eterna, anche e soprattutto il suo sudore al pieno compimento del mistero.
I pani i pesci simboli di abbondanza fanno sì che, la folla umana si accosti per meglio comprendere quanto sia importante la condivisione delle stesse sofferenze di qualsiasi genere, per arrivare a comprendersi ed arrivare a Dio che è relazione d’amore intratrinitaria. La sinfonia olfattiva dei doni della terra ci rimandi all’intera opera creatrice di Dio, per meglio capire le ultime sofferenze umane che vediamo oggi sul nostro pianeta.
Gesù ci aiuti a comprendere a meditare sulla Parola di oggi senza chiuderci in noi, ma ad aprire il nostro cuore per condividere con l’altro tutto!
Buona domenica
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