Il bambino con la maglietta rossa
La foto del bimbo morto, sulla spiaggia di Bodrum, ha cambiato il corso degli eventi.
Aylan Curdi, il bambino di tre anni, era partito da Kobane in Siria, insieme ai suoi genitori ed il fratellino di cinque anni, anch’egli morto annegato, per raggiungere il Canada ove iniziare una nuova vita.
Così non è stato!
Durante la traversata il bambino è annegato ed il suo corpicino senza vita è stato trovato sulla spiaggia da una fotoreporter turca che ha voluto con quella immagine mostrare l’urlo e lo sgomento di quel corpicino senza vita.
La foto ha fatto il giro del mondo, ha commosso tutti ed è riuscita là dove la politica ha fallito.
Un bambino che, come ha sottolineato in un post su Facebook mia nipote Paola, il mare doveva osservarlo dalla riva per tuffarsi nella sua immensità dando corpo ai suoi sogni, come faceva la dolcissima Nina sua figlia, in una foto dell’anno scorso.
Molti si sono chiesti se era opportuno pubblicare quella foto; senza dubbio essa rientrerà a far parte dell’album delle foto che, nel corso degli anni, hanno dato una svolta ai fatti della storia.
Piazza Tienanmen: l’uomo piccolo con le braccia alzate ferma i carri armati;
la bambina vietnamita nuda che scappa dal villaggio, colpito da una bomba al napalm.
Ora davanti al misero corpicino di Aylan bisogna solo sperare che non si avveri ciò che diceva Dostoevskij: “hanno pianto un po’, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo“.
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