Chiesa della Santissima Trinità e di San Biagio – Note Storiche

di - del 2 Febbraio 2016 © diritti riservati
Chiesa di San Biagio

Chiesa di San Biagio

La chiesa della SS.ma Trinità
e di San Biagio olim di San Nicola dei greci – Note storiche –

del Prof. Salvatore D’Amato

La prima notizia sicura dall’esistenza in Amalfi di una chiesa intitolata a San Nicola dai Greci è dall’anno 1277. Infatti, pur essendovi menzione di una chiesa dedicata a Nicola già in un documento del 1039 non si può affermare con sicurezza che in esso si parli proprio di San Nicola “dei Greci” dato che in Amalfi esistevano altre chiese intitolate a San Nicola come San Nicola de Aurificis e San Nicola de Sopramuro. Tuttavia l’annotazione contenuta in un manoscritto della Biblioteca Provinciale di Salerno, definendola San Nicola de Vallenola sembrerebbe accreditare l’ipotesi che si tratti della Nostra chiesa.

Lo stesso dicasi per una chiesa con intitolazione a San Biagio, presente per la prima volta nelle fonti nel 1082, ma della quale non è possibile dire con certezza che corrisponda a quella attualmente in essere, tenuto conto anche del fatto che nelle Visite pastorali prese qui in esame, non si fa cenno al culto del Vescovo di Sebaste in relazione alla SS.ma Trinità olim San Nicola dei Greci.

L’epoca di fondazione, quindi, rimane dubbia, anche se, fissando come termine a quo il 1277 si può ipotizzare un impianto originario di tipo romanico.

La storia di questa chiesa è legata alle vicende dalla Confraternita che almeno dal 1463 l’amministrava, come risulta da alcuni documenti riportati in forma di regesto nella Platea di mons. D’Anna della fine del XVI sec.

San-Biagio_ChiesaNel 1464 mons. De Cunto, visitando le chiese e cappelle di Amalfi, rinviene San Nicola dei Greci bene ornata confermando l’esistenza della Confraternita annotando che dicta ecclesia est confratrum dicte ecclesie.

Per avere, però ulteriori notizie relative anche alla struttura della chiesa, bisogna giungere nell’analisi delle fonti al 1590 anno in cui essa viene visitata dall’Arcivescovo Crispo. Quest’ultimo la trova bene ornata, come nel 1484 a dimostrazione dell’impegno continuo profuso dai confratelli per il suo mantenimento, con numerosi altari, fra i quali nel maggiore, ben curato, rileva la presenza di un’icona, noviter facta e di un affresco, posto sopra l’altare, raffigurante San Nicola.

Oggi di quest’affresco non ne rimane traccia, ma è probabile che sia nascosto sotto gli stucchi dì età barocca.

La visita di Crispo, inoltre, ci fa sapere che la confraternita all’epoca aveva come magistros et procuratore il notaio Michele Vinaccia e il nobile Angelino Fregentese, che essa aveva una rendita derivante dall’affìtto di un negozio nella piazza di Amalfi con la quale si dovevano pagare le messe al cappellano Matteo Francese.

Il 22 novembre 1574 è mons. Montilio a recarsi ad visitandum nella chiesa di San Nicola.

Negli atti di visita l’altare maggiore vi è descritto con dovizia di particolari; esso è costruito ex materia coementaria ed è rivestito da un pallio di raso cremiso ornato a foglio e croci di seta con al centro l’immagine di San Nicola e ancora, da tre tovaglie delle quali la superiore lavorata in seta.

Sopra l’altare, poi, si trova l’icona lignea, presumibilmente segnalata anche nel 1550. Al di là dell’icona, infine, nella tribuna dell’altare maggiore le cui pareti sono dipinte, in pede, vi è la statua di San Nicola. Dalla stessa visita risulta anche che vi erano altari alla destra ed alla sinistra di quello maggiore, certamente di minori proporzioni.

Alla fine del XVI sec., per la prima volta, si trova cenno del culto della SS.ma Trinità nella chiesa di San Nicola.

Mons. Rossino, nella visita del 10 luglio 1593, rileva infatti, l’esistenza di una cappella della SS.ma Trinità in ecclesia Sancti Nicolai de Greci e la presenza su di un altare portatile cum duobus guangialibus, di un’icona nuova tutta dorata con la rappresentazione del mistero della SS.ma Trinità.

A quest’epoca sono due le confraternite che amministrano la chiesa: quella antica di San Nicola e l’altra più recente della SS.ma Trinità che ben presto prevarrà sulla prima. Sul piano della struttura architettonica, interessante è la notizia fornita dal primicerius di una delle Confraternite avanti citate il quale afferma esservi nel 1593, dal lato sinistro della chiesa di San Nicola un’altra chiesa ad essa congiunta e dedicata alla SS.ma Concezione in qua adsunt multa indulgentia.

Ciò potrebbe aiutare a spiegare alcune incongruenze dell’attuale impianto che con molta attendibilità non corrisponde se non in minima parte a quello originario e porre alcuni interrogativi sull’esatto posizionamento di quest’altra chiesa probabilmente inglobata, nel corso delle ristrutturazioni moderne nella pianta odierna.

Non ci è stato possibile, purtroppo ritrovare notizie della chiesa nel XVII secolo. Nel sec. XVIII, unica indicazione è data da un atto del 1735 nel quale viene riportata l’esistenza di un atrio sostenuto da pilastri che precedeva l’ingresso della chiesa stessa.

Nel corso del XIX sec. il culto della SS. ma Trinità divenne predominante rispetto a quello di San Nicola tanto che nella visita di Majorsini del 1882 la chiesa è menzionata col solo titolo di SS. ma Trinità. Non si sa infine, quando il culto di San Biagio in questa chiesa acquisì l’attuale importanza, tuttavia il fatto che nelle visite pastorali del XVI sec. non si faccia mai cenno ad esso in relazione a San Nicola dei Greci, fa ipotizzare che sia stato lì introdotto in epoca successiva anche se gli amalfitani da secoli conoscevano la figura del Santo Vescovo medico, martirizzato nel 316 d.C.

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