Papa Francesco: “Subito negoziati per risolvere il dramma dei profughi”
Nella terza domenica di Quaresima, Papa Francesco ha rivolto un nuovo ed accorato appello: “Subito negoziati per risolvere il dramma dei profughi. Una risposta corale può essere efficace e distribuire equamente i pesi”.
“La mia preghiera, e certamente anche la vostra – ha ricordato il Santo Padre – ha sempre presente il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea stanno prestando ad essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni. Una risposta corale può essere efficace e distribuire equamente i pesi. Per questo occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati. In pari tempo, ho accolto con speranza la notizia circa la cessazione delle ostilità in Siria, e invito tutti a pregare affinché questo spiraglio possa dare sollievo alla popolazione sofferente e apra la strada al dialogo e alla pace tanto desiderata”.
Il passo del Vangelo di oggi ha poi indotto a riflettere sul fatto che “ogni giorno, purtroppo, le cronache riportano notizie brutte: omicidi, incidenti, catastrofi”. E, allora, Bergoglio ha spiegato che non si può fronteggiare questi eventi con una “mentalità superstiziosa”, come quella che avevano coloro che, ai tempi di Gesù, ritenevano che “se quegli uomini sono morti così crudelmente, è segno che Dio li ha castigati per qualche colpa grave che avevano commesso; come dire: ‘se lo meritavano’. E invece il fatto di essere stati risparmiati dalla disgrazia equivaleva a sentirsi ‘a posto’”.
Papa Francesco ha sottolineato che: “Gesù rifiuta nettamente questa visione, perché Dio non permette le tragedie per punire le colpe, e afferma che quelle povere vittime non erano affatto peggiori degli altri. Piuttosto, egli invita a ricavare da questi fatti dolorosi un ammonimento che riguarda tutti, perché tutti siamo peccatori”. Secondo Bergoglio, infatti, “anche oggi, di fronte a certe disgrazie e a eventi luttuosi, può venirci la tentazione di ‘scaricare’ la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso. Ma il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Siamo proprio convinti che Dio sia così, o quella non è piuttosto una nostra proiezione, un dio fatto ‘a nostra immagine e somiglianza’? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male, le ipocrisie, per imboccare decisamente la strada del Vangelo”.
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