L’Amore trasforma: V domenica di quaresima
di Giuseppe Nuschese
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8, 1-11)
Il Vangelo di oggi fa culminare le domeniche di Quaresima con l’incontro meraviglioso tra Gesù e una donna adultera. Per quest’ultima il destino sembra segnato, condannata da chi è disposto a sacrificare la sua vita, ad usarla come “mezzo” di accusa contro il Rabbi di Nazareth. Una donna oggetto insomma, per l’ennesima volta.
Gesù invece sposta l’attenzione al cuore, quello di tutti i presenti, che troppe volte è duro come pietra e tagliente come lama. Gesù non minimizza il peccato della donna, non lascia correre scusandola con finti buonismi. No, nulla di tutto ciò! Ma sottolinea che nessuno può arrogarsi il diritto di condannare anche quando sembra lecito, perché noi stessi siamo fragili.
In tal modo lo sguardo non è più rivolto alla peccatrice soltanto, ma a tutti i presenti, noi compresi. E se si è capaci di guardarsi con onestà, ci si accorge che nonostante le nostre cadute, Gesù non ha nessuna pietra da scagliarci contro. La vita così cambia, perché se Dio non aspetta il pentimento per amarci, ma ci ama a priori, cadranno le pietre dalle nostre mani e come alla donna ci sentiremo ripetere: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»!
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