Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi
di Gaetano Ala
Le nostre origini nella pasqua ebraica
La tradizione scout è molto ricca di simboli attraverso i quali si veicolano significati profondi, nelle tre branche di ragazzi ed anche per noi capi. E’ nostra consuetudine durante la settimana santa, vivere insieme un momento comunitario che ci introduca al significato della Pasqua. Fino all’anno scorso abbiamo fatto la “cena ebraica” ma quest’anno, dopo alcune verifiche e molti interrogativi siamo addivenuti ad una svolta. Infatti, mercoledì santo, ci siamo ritrovati, di sera, nella chiesa di San Benedetto, per vivere la nostra Pasqua partendo dalle origini ebraiche.
Non potevamo più vivere una tradizione sotto forma di rito, perché non ci apparteneva ma, di sicuro, potevamo porci delle domande, un po’ come fanno i bambini ebrei durante la cena di Pasqua, a cui hanno dato risposta il nostro parroco, don Michele ed Antonio Di Benedetto che da anni si è avvicinato al mondo dell’ebraismo. Abbiamo ascoltato diverse testimonianze, cantato e danzato, mangiato in agape fraterna ed abbiamo dato risposte ai quesiti proprio per cercare di rendere viva questa tradizione che si tramanda il più delle volte in maniera meccanica e sterile. Un cristiano che non si pone domande è un cristiano che non è alla ricerca e non si progetta. Voglio concludere questo articolo, con le parole di don Tonino Bello, ascoltate durante la sera, tratte da una sua omelia pasquale partendo dalla lettera di San Paolo ai Corinzi, a celebrare la festa « con azzimi di sincerità e di verità » (I Cor 5,7,8) “E ce l’ho anche con me che non mi son liberato del vecchio lievito di lamentarmi perfino nel giorno di Pasqua.
E fosse solo questa la fune che mi lega agli ormeggi del mio passato di peccatore.
Sia pure in extremis, però, voglio recuperare tutta la speranza che irrompe da quella «creazione nuova» che è il Corpo risuscitato di Gesù, e dirvi con gioia: coraggio, non temete! Non c’è scetticismo che possa attenuare l’esplosione dell’annuncio: “Le cose vecchie sono passate: ecco, ne sono nate di nuove”.
Cambiare è possibile. Per tutti.”
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