Gente che viene e che va… felicità, tristezza e piagnucoloni
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Maria Saveria 30 Maggio 2016
Alle ore 17:00 locali, come da programma, partiamo dal porto di King Abdullah, diretti a Gioia Tauro attraverso il Canale di Suez. In tarda serata, da Sud verso Nord, attraversiamo il tropico del Cancro – di Latitudine 23 Gradi e 27 Primi Nord, quindi usciamo dalla zona tropicale. Nei tempi antichi della marineria velica, navigare nell’area tropicale per lunghi periodi , comportava grande disagio a causa dell’eccessivo caldo e delle malattie definite “Tropicali”. Lo scorbuto era una di queste, causata dalla mancanza di vitamina “C” a cui spesso si accompagnava la perdita di denti ed emorragie. Infatti, si narra che l’80% dei marinai della spedizione di Ferdinando Magellano – la prima circumnavigazione del globo – morirono proprio a causa dello scorbuto. A distanza di secoli le condizioni di vita sulle navi, sono notevolmente migliorate per qualità e conservazione dei cibi, c’è l’aria condizionata etc., anche se quando si transita in zona tropicale il comando di bordo, in aggiunta al normale trattamento, deve provvedere a distribuire all’equipaggio un limone al giorno, tea, zucchero e latte. Anche le ore lavorative di routine, possono subire dei cambiamenti, evitando di fare lavorare i marinai nelle ore di maggior calore.
Vento teso da Nord Est – prossimo ai 20 nodi di velocità – il cielo è terso e privo di inquinamento luminoso – si possono notare cascate di stelle che arrivano sino in mare e via lattea maestosa nel cielo. Uno spettacolo!
31 Maggio
Ci prepariamo per l’ennesimo passaggio del Canale di Suez. Il Primo Ufficiale di Coperta chiama a raccolta i marinai per organizzare al meglio il transito. Ospiteremp cinque piloti, che si alterneranno lungo il percorso, un’elettricista, addetto all’illuminazione prodiera con proiettore e tre barcaioli ormeggiatori pronti con la lancia, in caso di emergenza, a ormeggiare la nave lungo il Canale. Tutti, alla fine del transito nel canale, domanderanno in regalo delle sigarette.
Alle 22:30 locali ancoriamo nella baia di Suez e poco dopo imbarcano le autorità egiziane per le pratiche di arrivo e le modalità di pedaggio e transito.
1 Giugno
Alle quattro del mattino, nel corso di una bellissima e radiosa alba, le navi hanno già i motori accesi ed attendono l’ordine per predisporsi in convoglio – le navi vengono chiamate una alla volta dalla Capitaneria di Porto – ciascuna ha il numero della posizione che dovrà occupare durante il passaggio; quindi, nel medesimo ordine le navi cominciano a salpare l’ancora. Noi occuperemo la posizione numero otto.
Alle ore 05:30 imbocchiamo il canale. Verso le 11:00 arriviamo ad Ismailia, ed imbarchiamo gli ultimi due piloti. Dopo circa un’ora di navigazione sorprendo uno dei due piloti a telefono che piange. Preoccupato chiedo cosa sia accaduto – l’uomo sulla sessantina – rincara la dose e piange con insistenza, ripetendo: “Mia madre, mia madre!” – la stessa scena si ripete a distanza di un’ora, in lacrime ripete, “Mia madre, mia madre!”, ma non aggiunge altro e come prima, gli manifesto il mio dispiacere.
Verso le ore 15:00 siamo in prossimità di Porto Said – la porta settentrionale sul Mare Mediterraneo e punto di sbarco dei piloti – Il pilota “piagnucolone” si avvicina per chiedermi il consueto regalo e quando glielo consegno, ripete di nuovo: “Mia madre , mia madre!” forse per ricevere qualche sigaretta in più – archè domando: “Scusi, ma vostra madre fuma?” — “No! risponde con gentilezza – “Come potrebbe?” – poi aggiunge: “le sigarette servono per le persone che le stanno vicino”. Prima di sbarcare ci salutiamo cordialmente, ma con onestà non ho ben compreso se la madre del pilota fosse deceduta, gravemente ammalata oppure si sia trattata di una messa in scena. Il dubbio rimane!
Usciamo dal Canale con direzione porto di Gioia Tauro, trovo il tempo per telefonare a casa e fare gli auguri di compleanno a mia moglie Gerardine, l’ennesimo che non festeggiamo assieme.
2 giugno Festa della Repubblica – ma per noi è lavorativo
Procediamo con velocità di circa 19 nodi – per rispettare l’ora di arrivo a Gioia Tauro nella tarda serata di domani 3 Giugno. A bordo c’è grande fermento in quanto saranno sbarcati sette uomini dell’equipaggio – due samoani, tre indonesiani, un montenegrino ed il nostromo italiano. I due samoani furono imbarcati un anno fa, il 4 Giugno del 2015 nel porto Sud Coreano di Pusan, impiegheranno due giorni di viaggio aereo per giungere ad Apia la Capitale del West Samoa con itinerario di volo: Lametia Terme – Roma – Dubai – Shanghai – Auckland (Nuova Zelanda) – Samoa. Un viaggio lunghissimo, ma ritornare a casa dopo tanto tempo, consente di affrontare volentieri una simile fatica. Nei loro occhi noto felicità per il ritorno a casa, dopo tanto tempo e tanti sacrifici, ciascuno sbarca con una dote in denaro e tanti progetti. L’Ufficiale di Macchina montenegrino ad esempio, sbarca perché reclamato dalla moglie in attesa di partorire il secondo figlio. C’e’ chi è in procinto di sposarsi, chi cerca di una fidanzata. I loro occhi brillano di futuro. Nicola, il Nostromo, torna in penisola sorrentina – ad attenderlo il figlio diciassettenne del quale è orgoglioso e non vede l’ora di riabbracciare.
Storie personali che s’intrecciano nel periodo di imbarco comune per poi dissolversi e divenire solo un ricordo che si perderà nella nostra memoria.
3 Giugno – Alle 20:00 imbocchiamo lo stretto di Messina – passo a distanza ravvicinata da Capo Dell’Armi il promontorio a Sud di Reggio di Calabria – per farmi notare da Carmelo, un amico di vecchia data ai tempi del servizio militare, quando eravamo imbarcati sulla Nave Salvataggio Proteo. Carmelo l’ho ritrovato, dopo tanti anni, grazie a Facebook. I colori dello stretto di Messina da sempre rappresentano un magnifico spettacolo a qualsiasi ora ed in ogni stagione.
A mezzanotte ormeggiamo nel porto di Gioia Tauro.
4 Giugno – arrivano gli imbarcanti – provengono da Samoa, Indonesia, Croazia e Montenegro – provati dal lungo viaggio, con la tristezza nel cuore per il ricordo ancora fresco della famiglia e l’incertezza di un’ennesima esperienza lavorativa. Ci prodighiamo nell’accoglienza per farli integrare nella nuova realtà lavorativa. All’inizio è sempre dura, al passaggio di consegna ed i saluti di rito, gli sbarcanti lasciano la nave.
Verso le ore 20:00, operazioni commerciali completate e nave pronta a partire. Dopo mezzora siamo fuori dalla diga foranea, sbarcano i piloti e la nave lentamente comincia a percorrere le 2374 miglia nautiche (circa 4400 chilometri) necessari a raggiungere il porto Inglese di Felixstowe.
Intanto il sole mostra tutta la sua bellezza, tramontando in prossimità dell’Isola di Stromboli, offrendoci uno spettacolo unico.
Arrivo a Felixstowe previsto per sabato 11 giugno alle ore 20:00 locali. La navigazione continua…
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