Mare mosso, alte onde, venditori ed autoinvitati: i marinai non sono turisti!
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Maria Saveria 10 Luglio 2016 – Arrivo a Colombo
Alle 16:30 giungiamo nella rada di Colombo, il vento è teso ed il mare leggermente mosso da Ovest, l’onda lunga causa solo un lieve rollio. Il Port Control ci avvisa che la nostra banchina di ormeggio è occupata e quindi tocca aspettare alla deriva. Alle 20:00 per noi è “luce verde”, ci avviciniamo alla stazione di pilotaggio, imbarca il pilota e manovriamo per l’ormeggio alla banchina del nuovo Container Terminal. Sono le 21:30, ormeggiati, attendiamo le autorità portuali – dogana, polizia, sicurezza, sanità marittima e capitaneria di porto per le consuete pratiche di arrivo. Alle 22.30 siamo in “libera pratica”, cioè tutto a posto. Le operazioni commerciali possono cominciare ed il personale libero dalla guardia è dispensato. Intanto è trascorso un altro giorno.
11 Luglio 2016 In porto a Colombo
Insolitamente non piove. Il Port Captain Mr. Thillina, mi dice che è una buona occasione per andare a fare un giro in città.
Colombo, capitale dello Sri Lanka è città tranquilla e sicura, a differenza di qualche anno fa, quando imperversava la guerra civile tra il governo ed i separatisti, (le Tigri del Tamil) ed era proibito uscire. Fissiamo l’appuntamento per il pomeriggio. Dopo tre mesi che non mettevo piedi a terra, mi sentivo come “un pesce fuor d’acqua”. Una sensazione difficile da spiegare su tutte una profonda “invidia” nell’osservare le famiglie nel loro fare di tutti i giorni, mentre a me la famiglia manca molto. Fortunatamente questi momenti durano poco, mi distoglie dai pensieri un simpatico vecchietto, venditore di vestiario femminile.
Di che nazionalità sei? – mi domanda. Non gli rispondo subito e incalza: Ho capito, sei Arabo!
Bravo, hai indovinato! – gli rispondo.
Ho una gonna, buona per tua moglie. Dov’e’ tua moglie?
Mia moglie sta riposando.
Bene, gli puoi fare una bella sorpresa con questa gonna.
Nonostante gli dicessi che non capivo niente di indumenti femminili, non si arrende.
Non ti preoccupare io sono esperto di moda femminile.
Alla fine ho comprato la gonna ed ho dovuto salutarlo anche in arabo con il classico “Salam alleck”, per la felicità del vecchietto.
Dopo il tramonto, assieme ai due amici cingalesi, siamo andati a cenare in un ristorante all’aperto su di una spiaggia in riva al mare. Particolarità del ristorante che, (tranne che per le bibite), non ha frigoriferi e quindi propone solo prodotti ittici freschi di giornata. Dopo cena, ritorniamo a bordo per riprendere le attività, felici di aver trascorso una mezza giornata diversa dalle altre.
Mercoledì 13 Luglio 2016 – Partenza da Colombo
Alle 08:50 , dopo aver preso due rimorchiatori, molliamo gli ormeggi e dirigiamo lentamente verso la stretta imboccatura del porto. Alle 09:25 , superata la diga foranea del porto, sbarchiamo il pilota e dirigiamo a velocità sostenuta per il porto di Nhava Sheva , che si trova nella rada di Mumbai (India). Inizialmente abbiamo vento teso e mare da ovest , con onda lunga da Sud Ovest. Si procede con rotta vera 290° e velocità di 20 nodi con lieve rollio.
Venerdì 15 Luglio 2016 – In navigazione da Colombo a Nhava Sheva
La nave è abbastanza leggera con una stabilità relativamente alta rispetto alla norma.
La stabilità è la proprietà nautica che tende a riportare la nave nella sua posizione iniziale, (con ponti paralleli alla superficie del mare), dopo uno sbandamento dovuto ad una forza esterna. Dalla nostra sinistra arrivano onde alte fino a 5 metri che provocano incessanti sbandamenti, non molto ampi ma veloci. Condizioni fastidiose e pericolose, dato che possono arrecare spostamenti del carico, danni alla nave ed insonnia e fastidio per l’equipaggio. Nave ed equipaggio soffrono molto questa condizione.
In questi casi il Comandante è sempre presente sul ponte di comando, dirigendo personalmente ogni manovra e regolando costantemente l’andatura. Un po’ come si agisce con le piccole imbarcazioni a motore. Nostromo e marinai controllano costantemente lo stato degli ancoraggi dei containers sul ponte di coperta.
Verso le 4:30 del mattino, mi avvisano che a causa delle forti vibrazioni si è rotto il tubicino stabilizzatore del flusso della nafta della pompa di alimentazione del cilindro numero quattro. La nafta fuoriuscita ad alta pressione ha sporcato un’ampia zona della sala macchine.
Il Direttore di macchina riferisce che la nave si deve fermare e che ha bisogno di uomini per ripulire. Non c’è tempo da perdere, mancano appena 60 miglia dal porto e tutte le operazioni portuali e commerciali sono state già organizzate. In sala macchine mando tutti gli uomini disponibili che in breve tempo si mettono all’opera, dimostrando una serietà professionale ed attaccamento al lavoro non comuni.
Nel frattempo ho messo la “prua al mare”, tenendola in posizione per mezzo dell’elica di prua. Alle ore 6:00, in tempi da record tutto è sistemato, la nave può ripartire.
Ho tenuto a riportare quest’episodio in quanto la maggior parte delle persone, ossia quelli che non vivono nel nostro ambiente, non immaginano minimamente il lavoro che svolge la gente di mare. Talune volte rinuncia a tutto nel cercare di risolvere ogni sorta di problema; lavora a qualsiasi ora per le manovre di arrivo e partenza dai porti: non siamo i perenni turisti come molti credono.
Intanto ci imbattiamo in violenti scrosci di pioggia che diminuiscono, sensibilmente, la visibilità. Le onde da Sud Ovest sono sempre più alte ed il rollio aumenta d’intensità. Si continua a soffrire mentre la pioggia cade incessante, poi finalmente approdiamo nel porto di Nhava Sheva. Dell’esperienza appena passata in mare rimane solo il ricordo, le autorità locali ci avvisano che a causa dell’attentato terroristico di Nizza, in Francia, il livello di sicurezza del porto, e quindi anche della nave, è stato elevato a livello 2, a significare che ci saranno maggiori controlli con accessi a bordo limitati ed, ovviamente, libera uscita dell’equipaggio, sospesa.
Domenica 17 Luglio 2016
Alle 01:30 di notte, si riparte da Nhava Sheva, dopo aver attraversato la baia di Mumbai (ex Bombay) dirigiamo la nave a Nord verso Mundra, ultimo porto di scalo indiano. Le condizioni meteo non cambiano, anzi, l’altezza delle onde talvolta supera i 5 metri d’altezza. Procediamo con velocità 20 nodi; rollio incessante e pioggia abbondante si continua a soffrire.
Lunedì 18 Luglio 2016 in porto a Mundra
Nel pomeriggio accogliamo, come spesso capita, il solito signor visitatore (autoinvitato) che si scusa in quanto, due sorelle, due cognati e cinque nipoti non sono potuti venire e mi dice che sono solo in otto. Gli abbiamo offerto pezzi di pizza, stuzzichini e bibite, per la gioia di tutti, contenti anche se non si è riuscito a dialogare con tutti gli ospiti dato che non si esprimevano in Inglese. A volte uno sguardo o un sorriso valgono più di tante parole, ci siamo dati appuntamento alla prossima volta… sperando che non manchi nessuno.
Mercoledì 20 Luglio 2016 in navigazione da Mundra a King Abdullah
Il monsone soffia ancora forte, ci troviamo nel bel mezzo dell’Oceano Indiano, l’intensità del vento e la forza del mare sono aumentate ma soffriamo meno perché il mare impatta “ ’a mascone”, ovvero sulla parte laterale, triangolare, della prua, in questo caso sul mascone di sinistra. Ci troviamo in latitudine 20 Nord e Longitudine 063 Est – incrociamo una nave petroliera che si dimena tra le onde. Poverini, soffriranno gli uomini di quell’equipaggio, magari anche loro penseranno lo stesso di noi.
Dopodomani entreremo nel Golfo di Aden, fino ad allora continueremo ad avere burrasca da Sud Ovest, poi dopo, del monsone, “non cattivissimo”, di quest’anno, rimarrà solo un ricordo.
La navigazione continua…
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