L’amore precede
di don Antonio Landi
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Ieri, il martirio di Stefano sembrava turbare il clima di serenità e di pace natalizia; oggi la visita al sepolcro di Pietro e del discepolo amato ci proietta in avanti, dal mistero dell’incarnazione all’evento della risurrezione. Eppure c’è un filo comune che lega tutti questi accadimenti, ed è l’amore. Quello che Stefano prova per Gesù, per il quale è disposto a dare la vita; quello che spinge Giovanni, il discepolo amato, a entrare nel sepolcro e a credere che Gesù è risorto. Il Cristo è il segno più evidente della misericordia divina: è amore che si fa carne, è amore che risorge e dona pace.
Dio vi benedica!
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