Marinaio una volta… marinaio per sempre
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
del comandante Salvatore Barra
Msc Ditte 03 Aprile 2017 – In navigazione da Tanjung Pelepas (Malesia) ad Algeciras (Spagna)
Mare Mediterraneo. Sulla nostra sinistra le luci crepuscolari della città di Algeri s’intensificano con l’avanzare dell’oscurità. Aria pulita e cielo terso dopo la tempesta che si è abbattuta violenta, poco tempo fa’. Siamo diretti ad Algeciras, mancano circa 500 miglia marine (quasi 900 Km) per l’arrivo a destinazione previsto per domani 4 aprile alle ore 18:00.
Siamo partiti da Tanjung Pelepas il 20 marzo, abbiamo percorso fino a questo momento 11700 Km, transitando per lo stretto della Malacca, Oceano Indiano, Mare di Aden, Stretto di Bab bel Mandeb, Mar Rosso, Canale di Suez, Mare Mediterraneo. Quasi due settimane di navigazione complessiva, alla velocità media di 20 nodi. Era il giorno dell’equinozio di primavera, che quest’anno, astronomicamente, è capitato il 20 marzo alle 11:30, ora italiana. Per noi uomini di mare, si può dire che le stagioni dell’anno sono un qualcosa di effimero, a causa dei continui cambiamenti geografici e quindi climatici, cui siamo sottoposti. Durante le traversate passiamo per i vari fusi orari che con i cambi climatici mettono a dura prova il nostro bioritmo naturale. Difficile da comprendere per chi non vive queste situazioni.
L’Oceano Indiano, nel mese di marzo è generalmente calmo e con temperature accettabile. Ne approfittiamo per fare lavori di manutenzione in coperta, con parti della nave da pitturare o da manutenere, tipo verricelli, porte stagne, timoneria, controllo delle stive, delle sentine e molto altro. Il sabato pomeriggio, generalmente lo dedichiamo alle esercitazioni di emergenza previste dai regolamenti internazionali di sicurezza. Le esercitazioni si effettuano sempre in due fasi, teorico e pratica con la partecipazione di tutto l’equipaggio. Si comunica prevalentemente in lingua Inglese. Tutti gli uomini hanno un loro compito specifico nei diversi tipi di emergenza (abbandono nave, incendio, uomo in mare, inquinamento, emergenza medica etc.) il comandante dirige le operazioni dal ponte di comando.
In sala macchine, il personale si occupa di lavori di controllo e manutenzione. Il motore, al massimo, ha una potenza di circa 85000 cavalli per muovere l’enorme elica con cinque pale dal diametro di 10.4 metri. Motore avveniristico di 11 cilindri, alti 3 – 5 metri. Inutile dire che tutti gli apparati motore, macchina principale, generatori, sono comandati elettronicamente. L’elica direzionale prodiera ha una potenza di circa 7000 Cavalli.
Insomma tempo buono per tutta la traversata. Nelle zone a rischio pirati, abbiamo adottato le procedure antipirateria previste. Non vi sono stati avvistamenti di situazioni o imbarcazioni sospette.
La vita cui è sottoposta la gente di mare è estremamente sacrificata, una vita basata principalmente su rinuncia e privazioni. Le soste in porto sono brevi ed i porti che possono accogliere queste grandi navi, sono situati, spesso, lontano dalle città. Di conseguenza, le nostre franchigie sono limitate e di poca durata. In pratica, siamo fortunati se usciamo una volta al mese. Allo stesso tempo i ritmi lavorativi, oltre ad essere duri e pericolosi, sono esasperanti e ci possono impegnare in tutte le ore del giorno e della notte. Si vive solo per il lavoro, talune volte non abbiamo nemmeno il tempo per fare una telefonata a casa.
Le convenzioni d’imbarco durano sei mesi per chi ha il contratto italiano e nove mesi per quelli che hanno il contratto internazionale ITF. Più di cinquant’anni fa il contratto italiano era di 24 mesi; ancora prima di 36. Nonostante la tecnologia esistente che lo renderebbe possibile, il personale imbarcato non ha diritto al voto; non abbiamo un’assistenza sanitaria (almeno sulle navi da carico), ci si priva della famiglia per lunghi periodi e spesso giungono notizie luttuose e con l’alto mare condividiamo il nostro dolore: in silenzio. E’ difficile capire l’animo di un marinaio. E’ difficile comprendere come, dopo poco tempo trascorso in licenza a terra, un marinaio possa avere nostalgia per il mare. Si dice che “Marinaio una volta, Marinaio per sempre”, probabilmente è cosi, alla fine, tutti i marinai sono così.
Mi piace, ancora una volta, parlare dello spirito e della dedizione degli uomini di mare verso il lavoro e la lealtà verso i loro superiori. La buona riuscita di una spedizione navale dipende dalla sinergia tra gli uomini di bordo ed il Comando Nave. Difficilmente nella gestione di una nave si trovano uomini che “remano contro” o boicottatori, come spesso accade negli enti gestiti sulla terraferma.
Oggi provo tristezza in quanto domani, all’arrivo della nave ad Algeciras sbarcherò. Ma sono anche felice del ritorno a casa. Sentimenti contrastanti perché finalmente potrò riabbracciare la mia famiglia e ritornare “normale” per qualche tempo, rivedere gli amici e la mia Amalfi nel periodo delle celebrazioni Pasquali. La tristezza mi assale nel lasciare questa nave con la quale sono vissuto in simbiosi per alcuni mesi e dove un parte della mia anima vivrà per sempre su di essa.
Sensazioni difficile da spiegare, difficili da capire.
La Navigazione continua….ancora per poco. Grazie per l’attenzione
Il Diario di viaggio riprenderà con la mia prossima esperienza di navigazione.
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