Msc Mirja in viaggio per il mondo, la navigazione continua
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
del comandante Salvatore Barra
Msc Mirja 10 Agosto 2017 in Navigazione da Shenzen a Tanjung Pelepas
La Msc Mirja è una Nave Portacontenitori, gemella della Msc Ditte sulla quale sono stato imbarcato fino a marzo 2017 ed anche il servizio di linea è lo stesso – denominato SWAN – Cigno – che collega i porti del Nord Europa con quelli dell’estremo Oriente. Rispetto alla precedente esperienza sono stati omessi dal servizio il porto Cingalese di Colombo ed i due tedeschi di Bremer Haven e Wilhemshaven.
La Msc Mirja è stata varata il 7.09.2016 nel cantiere navale di Okpo della Corea del Sud ed è in grado di trasportare fino 19224 Teus; ha una lunghezza fuori tutta di 398,40 metri; una larghezza di 59 metri ed un’altezza massima dalla chiglia di 75 metri. Massimo pescaggio a pieno carico di 200150 tonnellate con 16 metri di profondità.
Tra il personale di bordo composto anche da italiani non ci sono uomini dei miei precedenti equipaggi, una circostanza mai verificatasi prima, che ha causato “disagio” di poche ore, il tempo di capire che avevo a disposizione uomini seri, preparati, lavoratori e disciplinati: un buon equipaggio insomma.
Partii da Amalfi il mattino del 21 di Giugno – giorno del solstizio d’estate – appena una settimana prima della festa patronale del nostro Santo Protettore Andrea, che ricade il 27 Giugno. Al solito, una delle prime operazioni di bordo è quella di sistemare un quadretto del nostro amato Sant’Andrea sul ponte di Comando a protezione della nave e del suo equipaggio.
Comprendere certi rituali e la vita di bordo per chi non è del mestiere, risulta difficile e complicato da spiegare. La Nave è un’organizzazione perfetta, in quanto nulla è lasciato al caso, tutto è programmato con largo anticipo. Il carico da movimentare ossia, da caricare e scaricare, la provenienza di un container, ad esempio, può avvenire da un’altra nave o navi (trasbordo) oppure da una fabbrica o da un deposito di merci – dopo varie pratiche di controlli doganali ed il pagamento per le spese di spedizione ed altre, sono concesse le autorizzazioni per l’imbarco fino al porto di destinazione o di trasbordo. Alla stessa stregua si seguono le procedure per il rifornimento di carburante, per l’imbarco di viveri, per i pezzi di ricambio del motore, dei materiali di consumo… e l’avvicendamento del personale.
La nave è un’azienda “galleggiante” che non si ferma quasi mai, motivo per cui tutto deve essere programmato nei minimi particolari, soprattutto l’avvicendamento del personale di bordo. Una volta stabilita la data, si deve partire dato che un contrattempo potrebbe mettere in crisi l’organizzazione della nave. Superato il (non facile) distacco dalla famiglia, mentalmente ci si prepara con la massima concentrazione per la nuova esperienza da affrontare.
Il 22 giugno, nel porto di Anversa, in Belgio dopo il rituale passaggio di consegne, presi possesso della nave quale “Capo della Spedizione” cioè di comandante e responsabile della nave, del carico e dell’equipaggio chiamato a fare di tutto affinché la spedizione vada a buon fine.
Il capo della spedizione, in realtà, cura gli interessi della nave del carico, dell’equipaggio ed avendo massimo rispetto dell’ambiente marino. Per fare ciò sono richieste competenze in ingegneria navale, matematica, astronomia, meteorologia, in legge (il Comandante a bordo è considerato Ufficiale di Stato Civile e Responsabile della Polizia di Bordo), di medico e tanto altro ancora.
I primi giorni sono sempre i più difficili da affrontare: occorre pianificare il viaggio, valutare le condizioni meteo marine, tracciare le rotte da seguire, programmare le date di scalo nei vari porti di linea, studiare le leggi vigenti in quei luoghi; considerare gli eventuali lavori di manutenzione da effettuare, il consumo e l’autonomia del carburante, verificare tutte le dotazioni di sicurezza e di navigabilità della nave. Niente deve essere lasciato al caso.
Siamo partiti il 24 giugno da Anversa per Rotterdam. In queste zone, in prossimità del solstizio d’estate e del circolo polare Artico, il sole tramonta molto tardi e sorge presto, il buio di una notte è limitato alle 4 o 5 ore. Da Rotterdam, siamo partiti per il lungo viaggio che ci ha condotto fino al lontano porto Sud Coreano di Pusan, passando per Singapore, Hong Kong e diversi porti cinesi attraverso l’oceano Nord Atlantico, il Mar Mediterraneo, il Canale di Suez , il Mar Rosso, il Mare di Aden, il Corno d’ Africa, l’Oceano Indiano, il Mar cinese Meridionale, lo stretto di Taiwan, il Mar Giallo e parte dell’Oceano Pacifico.
Appena fuori Rotterdam, abbiamo saputo che il terminal Containers che ci ha ospitato – ( per terminal si intende Banchina, Gru, camion, e tutto il personale addetto alle operazioni di carico e scarico etc), ha subito un attacco informatico da parte di Hacker, che per alcuni giorni ha paralizzato l’attività navale e portuale, ritornato alla normalità, come riferitomi, dopo il pagamento di un riscatto. L’attacco Hacker è stato lanciato contemporaneamente a trenta porti sparsi nel mondo.
A luglio, nei mari dell’estremo oriente, comincia la formazione dei pericolosi tifoni. Per alcuni giorni abbiamo seguito il super Tifone “Noru”, giunto a circa 450 chilometri da noi ma fortunatamente le nostre strade si sono divise, del suo passaggio abbiamo sofferto solo un po’ di rollio, causato dall’onda lunga (o mare morto) di circa tre metri.
Un tempo le spedizioni marittime duravano mesi, se non anni e gli equipaggi comunicavano sporadicamente con familiari e amici; le notizie da casa erano poche e centellinate, a volte le brutte notizie si preferiva tenerle nascoste. Ora con l’avvento di internet ciò non è più possibile essendo quasi del tutto impossibile mantenere segreta una notizia: purtroppo, le cattive notizie giungono in tempo reale.
Fino ad alcuni decenni or sono, i marinai, vivevano in una sorta di limbo, preoccupati certamente per la lontananza dai propri cari, ma di sicuro si viveva in modo più sereno rispetto ad oggi, infatti, basta un messaggio “whatsapp“, Facebook a mettere in apprensione l’equipaggio, aumentandone lo stress.
Ricordo due anni fa’ sorpresi un giovane ufficiale triste il qaule mi spiego’ che la fidanzata lo aveva lasciato comunicandoglielo con un SMS. Era il giorno del suo compleanno, felicissimo fino a pochi minuti prima perché la settimana successiva doveva sbarcare e l’avrebbe incontrata. Anche quest’aspetto è parte della nostra vita. Purtroppo, la vita sociale di bordo è praticamente inesistente solo nell’immaginario della gente comune, si pensa che la ciurma si riunisce nelle ore del dopo lavoro, per bere una bevanda insieme, giocare a carte o a discutere… tutto questo ormai appartiene al passato; il presente ci offre computer, smartphone e tanto isolamento.
12 agosto 2017 – Domattina sul presto giungeremo nel porto Malese di Tanjung Pelepas non distante dalla città di Singapore. Incontrerò con piacere conoscenti con cui scambiare opinioni a 360 gradi a proposito di tradizioni locali, storia, politica, religione…
Mentre scrivo penso alla meravigliosa esperienza vissuta con gli studenti degli Istituti Liceali “Gioia” e “Marini” di Amalfi, con i quali sistematicamente ci incontriamo a scuola per parlare dei miei viaggi e delle varie esperienze vissute in tanti anni di attività. Incontro spesso anche gli studenti del Nautico di Salerno “Giovanni XXIII”, ma con loro si affrontano ovviamente argomenti navali. Con alunni e professori ci siamo dati appuntamento per il mio prossimo sbarco. Confrontarsi con le giovani generazioni, per me significa vivere momenti belli ed edificanti.
La navigazione continua…
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