Confraternita della SS. Trinità e di San Nicola dei Greci
La confraternita della SS. Trinità e di San Nicola dei Greci a cui poi si associò il culto di San Biagio, risulta essere stata istituita nel XVI secolo intorno all’anno 1577, come attesta lo storico Matteo Camera (1807 – 1891) in una lettera indirizzata all’allora priore della confraternita Don Saverio Pansa.
La definizione “dei greci” serviva a distinguerne il rito praticato e dunque differente da quello latino. La dedicazione a San Nicola venerato e festeggiato il 6 dicembre, inoltre, fa riferimento alla fama che si diffuse in seguito alla furtiva traslazione delle reliquie del Santo dalla città di Myra, in Turchia a Bari tra l’XI e il XII secolo.
Le insegne dei confratelli di San Nicola erano estremamente semplici, in quanto non prevedevano l’utilizzo di mozzette per tutti i confratelli, infatti essi indossavano un semplice camice con cappuccio caratterizzato da una striscia di peli bianchi all’indietro ed un bastone a mo di pellegrini, soltanto il priore indossava la mozzetta di colore verde.
Oggi le insegne sono: camice di colore bianco con mozzetta di colore verde a copertura delle spalle e medaglione al collo rappresentante la confraternita.
La confraternita della SS. Trinità e di San Nicola dei Greci, venera e festeggia il 3 febbraio il Santo “Biagio” Vescovo e Martire vissuto tra il III e IV secolo d.c. a Sebaste, in Armenia (Asia Minore).
Durante il festeggiamento ed in particolare alla fine di ogni celebrazione della Santa Messa viene effettuata l’unzione e benedizione della gola mediante olio benedetto (il rito può essere effettuato anche poggiandovi due candele incrociate), invocando sempre l’intercessione del Santo, con la distribuzione del pane benedetto.
L’atto si collega a una tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola.
La Chiesa nella quale viene venerato il Santo è stata edificata nel lontano 1082 ed è situata nel caratteristico rione di Amalfi detto Vagliendola (storicamente luogo di residenza di svariati nuclei familiari di origine greca).
Essa è costituita da un’unica navata con volte a botte e campanile di stile moresco.