Ad un Padre Orante

di Andrea Cataldi

” Scrissi questi versi nel 2001, in occasione del 50° di Sacerdozio di Don Andrea. Nessuno ha mai letto questi versi se non lui. Lo amavo tanto….” 

L’Altissima Trinità e Clio amante
sostengami da Madre e testimone
in rime brevi per un padre orante.

Volgendo al Trino Unico Dio, pone
il mio piede su basi salde e vere,
e alla musa chiedo d’esser(gli) campione.

Parlo qui di sante mani austere
contro tutto in far benedicente,
deste ognor in cinquanta primavere.

Com’a Simon, Pescator, tra tanta gente,
Iddio Creato pose le chiavi in mano
del Paradiso e di noi cuore e mente,

così un prete del clero amalfitano
fu posto a porta dell’antico avello
del Santo Pescatore israeliano.

Tal fu poi il dir, far, e in cuor far ostello
al pian di Dio che in lui si pose in luce
ch’ anch’ altro Amor si fece confratello!

E strinse, come padre che cuce e scuce
abiti diversi, noi tanti suoi figli
uniti però nel Santo “nostro duce”.

Quante le fedi che in bende e con gigli
cinse e coi Sant’ Oli in umana e divina
unione vinse, avendo a uso tanti pigli.

Pur della fede mia vide mattina,
dal giorno che l’Eterno m’aprì un suo raggio
incamminando per mia via bambina.

Come in un mattin d’un dì di maggio
fui cristiano e mi desti una preghiera
e come scirocco m’offristi al viaggio,

or che gl’ altar han visto tanta cera
com’i capelli e gli occhi, tanta storia
prego te come al Vespro della sera:

prega sempre per noi la Somma Gloria;
noi giovani, figli, noi indecisi
finché siam degni del figlio di Maria.

Tu che da sempre hai a cuor quei visi
di ragazzi e penasti ai rancori,
non permetter che restiamo uccisi

dalla più grande spada dei dolori…
Prega per noi, mio dotto precettore,
com’ hai fatto sotto otto pastori!

Questo chiedo che porga al Protettore
ed a Chi, per Lui, compie meraviglie
e che può far d’ognuno il suo cantore.

E’ dura accudire queste briglie
ma spero che nel Patto della Libertà
ci accordi (LUI) dell’Empireo le soglie
pascendo speranza fede e carità.

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