Vito Barra: “l’interiore paesaggio dell’animo”
“Essere pittore oggi significa andare controcorrente e portare sentimenti poetici in un mondo indifferente al bello e sempre più focalizzato sul quotidiano.”
Vito Barra è nato ad Amalfi nel 1957.
Diplomatosi al Liceo Artistico di Salerno, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Napoli dove si è diplomato in pittura, nel corso tenuto dal Maestro Armando De Stefano.
Il pittore amalfitano ha all’attivo numerose mostre sia personali che collettive.
La critica scrive di lui come un pittore dell’Ottocento che si apre via via negli anni ora all’acquerello inglese ora alla macchia.
Mario Carotenuto definisce la pittura di Vito Barra come interiore paesaggio dell’animo, che riesce a cogliere, nel volto di Angela e di altri bambini, il naturale candore, gli impercettibili turbamenti e il civettuolo proporsi dell’ età infantile con la stessa capacità mimetica con cui ha fermato il trascolorare delle ombre e delle luci nei vicoli di Amalfi.
L’abbiamo incontrato nel suo studio – “bottega” dove con Angela, figlia e pittrice si dedica quotidianamente a questa forma di espressione artistica, nobile ed antica.
Qual è il rapporto tra arte e società oggi?
Il rapporto tra arte e società, a mio giudizio, si è degradato. Ritengo che l’ arte sia un valore che trascenda i secoli e che debba mostrare i caratteri del bello. L’attuale società si lascia sedurre dall’effimero, ricadendo in uno “spirito di morte”, ostentato a pieno da molteplici artisti.
Da dove nasce la pittura di Vito Barra?
La mia pittura nasce già da bambino. Era, per me, un qualcosa di spontaneo che, attraverso la scuola e l’esercizio, si è radicato.
Cosa significa essere pittore oggi?
Essere pittore oggi significa andare controcorrente e portare sentimenti poetici in un mondo indifferente al bello e sempre più focalizzato sul quotidiano.
Da cosa trai ispirazione nella realizzazione delle tue opere ?
Nelle mie opere traggo ispirazione dalla realtà: paesaggi, nature morte e figure. Anche se a volte, partendo dalla realtà, giungo nei luoghi dell’immaginario.
Ci sono degli artisti che preferisci e in che modo hanno influenzato le tue opere ?
L’artista che preferisco è Caravaggio. Infatti, nei miei lavori, cerco sempre la dimensione della luce. Mi piace molto anche la pittura iperrealista americana, in particolare quella realizzata da Robert Stones.
Nelle tue opere qual è il rapporto tra presente, passato e futuro?
Varie opere rispecchiano l’eco del passato: la nostalgia del tempo passato che si fissa nel presente, ma che in fondo rimane e che quindi diventa futuro perché parla continuamente di visioni, bellezza, poesia.
Quale consiglio daresti ai giovani che oggi si avvicinano alla pittura?
Anche se la società sta attraversando un momento molto difficile, io dico sempre ai giovani di non reprimere la propria passione, perché dipingere è una delle cose più belle che ci ha donato Dio. Anche mia figlia Angela ha intrapreso la mia stessa strada.
Qual è la tua giornata tipo?
La mia giornata tipo inizia alle otto e trenta circa, protraendosi fino alle sedici. Dipingo opere in studio con la tecnica ad olio e, in alcuni casi, nella realizzazione di queste impiego anche un mese, poiché sono molto dettagliate. Invece all’aperto dipingo più di getto e termino l’opera in due o tre sedute.
Progetti per il futuro?
Innanzitutto devo dire che da poco mi sono trasferito in un nuovo studio, situato in Via Truglio, nel quale mi piacerebbe iniziare dei corsi di pittura rivolti a dilettanti e non solo e magari con una mostra finale. Anzi, colgo quest’occasione per invitare i lettori interessati a comunicarmi l’eventuale decisione di voler prendere parte a futuri corsi.
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