Alluvione di Atrani: il tempo passa, le ferite restano…

di - del 9 Settembre 2015 © diritti riservati

Atrani AlluvioneCome non pensare al quel tragico 9 settembre del 2010.
Una giornata interminabile di pioggia, in cui la Costiera non immaginava che Atrani potesse essere colpita nuovamente dalla furia del torrente Dragone, che di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno.

Alle 18:40 il torrente s’ingrossa a dismisura, un fronte di frana a monte del Dragone che aveva ostruito il corso d’acqua formando una sorta di diga, cede… una colata viene giù come una furia.
Francesca, donna nel fiore della gioventù, ignara di tanto era al suo posto di lavoro, in un bar del centro.
Lo smottamento di grandi quantitativi di detriti e fango trascinerà a valle di tutto, anche le tante auto in sosta che ostruiranno l’ingresso principale della piazza di Atrani.
Il tronco d’acqua inonda Piazza Umberto I per poi defluire da un secondo arco che da sulla spiaggia.
La violenza della colata però ha invaso il bar in cui Francesca si trovava, verrà trascinata via… per molti giorni il suo corpo è cercato invano. Il 2 ottobre sarà ritrovato al largo delle isole Eolie, mettendo fine alla trepidante attesa dei familiari e di un’intera nazione che seguiva le sorti di una sventurata ragazza appena venticinquenne. Il suo corpo riposerà nel cimitero di Minori.

Francesca MansiMa a tutti noi, cos’è rimasto d’insegnamento di quella triste storia?
Certamente la testimonianza di una fede incrollabile del papà e dei familiari della giovane sfortunata ragazza di Minori.
Al resto è giusto non dimenticare.
Giuste le iniziative in suo nome; la celebrazione di ricorrenze che ci ricordano il fragile equilibrio della natura che l’uomo mina con interventi poco attenti all’ambiente. Ma il tempo passa, ed il labile equilibrio del pianeta è sempre più una dolorosa realtà: le ferite inflitte, non rimarginate per niente.

Francesca Mansi non sarà dimenticata fintanto che, come scrive la conferenza dei vescovi italiani nella ricorrenza della nona giornata per la custodia del Creato: “…nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando con amore, pregando intensamente lo Spirito di Dio, che rinnova la faccia della terra e accrescendo la cultura ecologica. Matureremo così una vera cultura preventiva, trovando la forza per riparare le ferite in modo fecondo.
Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici profonde dei disastri sociali ed ecologici, superando la superficiale emozione del momento.

Tanti nostri stili di vita vanno cambiati, per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato.

Ciao Francesca, dal cielo veglia su di noi.

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