Amalfi Musical Opera: racconti, pulsioni, sensazioni
Lo spettacolo torna dal 3 Maggio 2014, nell’Arsenale della Repubblica di Amalfi ogni Mercoledì e Sabato alle ore 21.Di seguito vi proponiamo il racconto, le pulsioni, le sensazioni dopo la visione di “Amalfi Musical Opera.”Ma non è una recensione…
No, questi fatti non li troverete nei libri di storia, e neppure sarebbe giusto cercarli in quei luoghi. Questa storia è fatta di poesia: l’arte che riannoda in uno tutti i tempi della storia e che s’alimenta solo di “amore e lealtà”.
La storia, s’è detto, può essere intesa pure come semplice archetipo di tante altre, ma la musica caratterizza in modo suggestivo e unico il tutto! I personaggi si raccontano e raccontano passioni, cantano la loro identità! Languida la melodia se parla di sogni d’amore, vigorosa e coinvolgente quando vagheggia l’Amalfi ideale, una marcia poderosa, militaresca, miscelata dalla rabbia e dall’ingordigia del longobardo dominatore, e poi malinconica, sognando la vita che il cuore vorrebbe… e tanti altri umori, rancori, sentimenti, pulsioni.
La cosa che più ho amato? Senza dubbio la regia: spettacolare, ispirata, prorompente. E poi la messa in scena (luci, suoni, suggestioni visive) che inizialmente può spiazzare, confondere, perché impostata su tre orizzonti visuali. Ben presto, però, l’interattività prende il sopravvento nel gioco di equilibri della rappresentazione, ed il pubblico non è più solo “pubblico” ma protagonista insieme ai personaggi, personaggio esso stesso; diventa il popolo sopraffatto e vilipeso, diventa il coro silenzioso dell’Amore che da intimo e segreto si irradia con trasporto verso altri universi, verso la patria, verso se stessi! E diventa amalfitano di oggi e di ieri anche un giapponese, un tedesco, uno svedese!
No, non sono lodi spropositate le mie, dettate dal momento. C’ho pensato e riflettuto molto come sempre faccio prima di poggiare finalmente la penna sul foglio. Il mio elogio è sincero, soprattutto perché, oltre ogni cosa, oltre la bontà del lavoro e la forza delle buone intenzioni, ci vuole molto coraggio ad osare, a rinunciare al facile sorriso da strappare al pubblico per una facile farsa “scarpettiana” in un luogo come il nostro.
Questo “Amalfi” è un lavoro nuovo, diverso, potente, epico, poetico, e per certi versi ambizioso, una sana ambizione che spinge sempre a migliorarsi, senza adagiarsi mai.
Mi si permetta di dire, da poeta, il più bel complimento che un poeta può fare a dei colleghi… Alcuni versi, mentre li ascoltavo, ho desiderato di averli scritti io.
Riviva Amalfi allora, non in vane aspettative ma nella passione, nell’arte, nella sfrontata gioventù di un’idea! “Uniti si può cambiare la storia” cantano tutti i personaggi nel coro finale… Non c’è nulla di più vero!
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