Andrea visiterà le nostre parrocchie per accendere la speranza

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voce pastore amalfi

Oggi 8 maggio 2014 nell’anniversario della Traslazione, delle reliquie di Sant’Andrea ad Amalfi, nel ricordo e cronaca

dalla Voce del Pastore del dicembre 2007

Andrea visiterà le nostre parrocchie per accendere la speranza

di don Andrea Colavolpe

La ”peregrinatio” dell’insigne Reliquia del Capo avrà inizio il prossimo 7 gennaio e terminerà venerdì 29 febbraio – Per le celebrazioni del 28 gennaio sarà in Amalfi il card. Angelo Comastri.

Un momento di intensa spiritualità, nelle celebrazioni centenarie, potrà diventare la “peregrinatio” della ven. Reliquia del Capo dell’Apostolo Andrea attraverso le comunità parrocchiali dell’Arcidiocesi, in programma in gennaio e febbraio.
Lunedì 7 gennaio, alle ore 1 7, essa partirà dalla Cattedrale per raggiungere la vicina comunità di Atrani e, poi, di seguito, raggiungerà Minori, Maiori, Cetara, Vietri e Cava de’ Tirreni, dove farà la prima sosta presso il Santuario di S. M. dell’Olmo.

Ripartirà da Cava per raggiungere Amalfi il 25 gennaio, dove resterà per le celebrazioni del 28 gennaio. Da Amalfi ripartirà, poi, il 12 febbraio per raggiungere le altre comunità di Tramonti, Ravello, Scala, Positano, Praiano, Conca, Furore, Agerola.

Alle 18,30 del 29 febbraio lascerà la comunità di S. Lazzaro, in quest’ultima cittadina, per ritornare nella Cattedrale. Per chi saprà approfittarne, sarà un itinerario di grazia! La Reliquia è un “segno”, che ci ricorda da vicino Colui che veneriamo come il primo chiamato da Gesù per una sequela che si concluse col glorioso martirio.

Essa ci provoca. C’induce a ripensare la “nostra” sequela di Cristo non sempre convinta, priva a volte della testimonianza che potrebbe svelarne l’autenticità; c’induce a rivedere se per caso manchi in essa lo slancio missionario, appannato oggi da un malinteso “rispetto” per chi, nella società pluriculturale nella quale viviamo, non ha la nostra stessa Fede in Gesù.

L’ illuminato intervento della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, presentato in seconda pagina, ha chiarito molte cose in materia e sarebbe utile fame oggetto di studio. Vorrei dire, con cuore sacerdotale: Lasciamoci provocare, tutti! La Reliquia ha una storia. E’ la parte occipitale del capo ed è venuta alla luce nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 1846, mentre in cripta si svolgevano particolari lavori, che richiedevano lo scavo del pavimento sotto il coro.

Era l’una e tre quarti di notte ed assisteva all’operazione il sacrista maggiore, can. D. Giuseppe Gambardella, incaricato per questo dal pro Vicario Generale can d. Nicola Camera. In Curia esisteva un documento che attestava doversi trovare in quel punto un’ urna di marmo bianco, contenente Ossa dell’apostolo Andrea. Si lavorava di notte ad evitare tra i fedeli un’attesa, che poteva andare delusa.

Queste Ossa erano state tratte via dallo stesso card. Pietro Capuano dall’urna argentea, che conteneva il Corpo intero (caput et ossa reliqua), portato dall’Oriente, nel lontano 8 maggio 1208. Le aveva sotterrate in un luogo conosciuto solo da Lui e da pochi altri, mentre aveva deposto l’urna argentea sotto l’altare della Confessione. La memoria di tale luogo venne smarrita. Passarono i secoli. Nel 1603, il 2 gennaio, mentre erano in corso i lavori per la trasformazione barocca della cripta, venne fuori l’urna di marmo, si stese un documento di ricognizione e l’urna venne risotterrata, perché le incursioni dei pirati saraceni sulle nostre coste allora non consigliavano tenere esposte delle Reliquie.

Quel documento, in copia, aveva conservato in Curia la memoria del “tesoro nascosto“. Sull’urna di marmo c’era scolpita una croce e la scritta: corpus S.cti Andreae apostoli. Essa, ora, è conservata, incassata nel muro, lungo la scala che porta alla Cripta con una memoria sul marmo. Se qualcuno si meraviglia per gli atteggiamenti precauzionali del card. Capuano, deve sapere che in quel tempo si andava a caccia delle Reliquie dei Santi e chi riusciva ad ottenerle, se le teneva gelosamente.

Il Presule aveva temuto che l’ Oriente avesse potuto, nel futuro, volerne la restituzione, cosa che non accaàde. D’altra parte si sa che papa Onorio III chiese, per una costruenda chiesa romana, una reliquia “insigne” dell’Apostolo (aliquod membrum honorabile), ali’ arcivescovo del tempo Giovanni Capuano (1215 + 1239), nipote del Cardinale, e non l’ottenne. Il motivo dato sembra inverosimile: erano morti tutti quelli che sapevano dove le Reliquie erano state collocate. In realtà non si voleva darle, per non disperderle.

La memoria liturgica del 28 gennaio è nata dal ritrovamento della Reliquia del Capo, avvenuto nel 1846. Quest’anno le celebrazioni di rito saranno presiedute da S.E. il card. Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, arciprete della Basilica Vaticana e presidente della Fabbrica di S. Pietro. E’ stato creato cardinale e pubblicato nel Concistoro del sabato 24 novembre scorso. Egli è nato a Sorano, in provincia di Grosseto, nella Diocesi di Sovana Pitigliano – Orbetello, il 17 settembre 1943 in un ‘umile famiglia delle colline della Maremma.

La Mamma è stata per lui una vera educatrice. Dopo gli studi ginnasiali nel Seminario di Pitigliano e quelli liceali nel Seminario di Viterbo, ha completato la sua formazione presso il Seminario Romano Maggiore, frequentando l’Università Lateranense, dove ha conseguito la licenza in teologia. E’ diventato sacerdote 1’11marzo 1967.

Nel 1969 è chiamato a lavorare a Roma nella Congregazione per i Vescovi, mentre svolgeva contemporaneamente il delicato ministero di padre spirituale presso il Seminario Romano Minore. In tale veste lo ha incontrato anche qualcuno di Amalfi. In questo periodo è stato anche aiutocappellano nel carcere Regina Coeli ed ha raccontato in un libro l’esperienza fatta.

Nel 1971 ha lasciato Roma per assumere la direzione del Seminario della sua Diocesi in Toscana. Nel 1976 è nominato Parroco di Porto S. Stefano, dove è rimasto per undici anni. Il 25 luglio 1990 è nominato Vescovo di Massa Marittima-Piombino ed è consacrato il 12 settembre seguente. Una  grave malattia al cuore lo costringe a lasciare la Diocesi ed è nominato Presidente del Comitato Nazionale Italiano per il grande Giubileo del 2000.

Il 9 novembre del 1996 è nominato Arcivescovo delegato pontificio per il Santuario di Loreto. Da arcivescovo di Loreto è approdato in Amalfi nel novembre 1997. Vi giunge per dare inizio al secondo anno di preparazione al grande Giubileo, consacrato allo Spirito Santo, e presiede il solenne Pontificale della sera del 30 novembre.

Quella sera, nell’omelia, si chiedeva perché mai nel mondo vi fosse così poco amore, pur essendo stato effuso lo Spirito Santo dentro i cuori… La risposta?

Si guarda poco o con poca Fede al Crocifisso, “un urlo detto da Dio dentro la storia umana” ci diceva: Guardate qual è la forza di Dio; la forza di Dio è l ‘amore, la forza di Dio è la misericordia, la forza di Dio è lo Spirito Santo…

Il 6 febbraio 2005 Giovanni Paolo II lo ha richiamato a Roma per nominarlo suo Vicario Generale per la Città del Vaticano, presidente della Fabbrica di S. Pietro e coadiutore dell’arciprete della Basilica che era il card. Francesco Marchisano, al quale succede il 31 ottobre 2006.

Ringraziamo la Provvidenza che ci permetterà di vivere questi momenti intensi di Fede vissuta e ce ne faccia sentire il desiderio , in modo da parteciparvi intensamente.

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