Bring home our girls

di - del 28 Giugno 2014 © diritti riservati

violenza donneL’appello accorato con annesso hashtag lanciato da Michelle Obama, da Papa Francesco e da altri capi di stato non ha sortito alcun effetto, anzi oserei  dire, ha reso ancora più drammatico quanto successo in Nigeria.

Alcune studentesse cattoliche sono state rapite da fanatici e portate via. La “sharia” non consente alle donne di studiare e di avviarsi ad una professione, le donne, ove vige questa legge, devono partorire  e servire il maschio.

Alcune settimane  fa sul “Corriere della sera“, in prima pagina, c’era la foto delle studentesse con il velo mentre leggevano i versetti del Corano,  si erano convertite!!! all’Islam. Non oso nemmeno pensare quali mezzi e metodi siano stati usati per ottenere questo risultato.

Questo fatto raccapricciante ci induce a riflettere sulla condizione femminile ed ai tanti delitti che hanno come vittime le donne da parte dei loro mariti e compagni. Si parla di “Amore“, ma dico,  se questo è amore…

I  fatti di cronaca, quasi giornalieri ci parlano  di questi omicidi, ma finora, sembra quasi che facciano da detonatori per esplosione di altra violenza.

La bellissima testimonianza di Lucia Annibali (la ragazza sfregiata con l’acido dal suo fidanzato) che porta sul volto i segni della violenza subita.
Lucia mostra, quasi con orgoglio, per ricordare  a tutti noi che bisogna gridare forte il nostro disgusto affinché  questi fatti non accadano più.
La sua storia l’ha ripercorsa in un libro che è stato presentato a “che tempo che fa” da Fabio Fazio.

 

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