La Cripta
La Cripta fu costruita verso il 1203 per volontà del cardinale Pietro Capuano, che l’8 Maggio del 1208 vi introdusse le spoglie di S. Andrea trasportate da Costantinopoli al ritorno dalla IV Crociata.
Il corpo dell’Apostolo fu tumulato al centro della cripta ed intorno alla tomba furono realizzati nel corso del XVI sec. il ricco altare e la statua bronzea del santo, scolpita da Michelangelo Naccherino (allievo del Buonarroti), e le sculture marmoree di Pietro Bernini, raffiguranti S. Stefano e S. Lorenzo.
Le volte a crociere e le pareti della cripta furono affrescate agli inizi del XVII sec. da artisti napoletani con scene della vita del Cristo.
Uno degli affreschi, dipinto da Aniello Falcone verso il 1610, rievoca l’arrivo del corpo di S. Andrea in Cattedrale ed il miracolo del fanciullo che, cadendo dall’alto di un matroneo, resta incolume.
L’opera pittorica rappresenta un vero e proprio documento storico, in quanto costituisce l’unica testimonianza visiva dell’antica chiesa romanico-bizantina.
Gli intereventi di restauro, effettuati al tempo del vicereame spagnolo, furono finanziati dai sovrani di Spagna, per cui tuttora è possibile ammirare i loro emblemi araldici stampati a fuoco sui vetri delle finestre.
Fin dal 1304, in occasione di alcune festività religiose, nella cripta ha luogo il miracolo della manna, che consiste nella secrezione di un liquido oleoso sulle superfici della tomba di S. Andrea
All’uscita dalla Cripta, una scalinata-vicolo conduce sul corso delle Repubbliche Marinare. L’itinerario prosegue invece svoltando a destra lungo l’antico supportico S. Andrea, un vicolo coperto che si dirama al di sotto della Cattedrale. Dopo circa 30 m si giunge presso l’ingresso di una cappella, realizzata nel XIV sec. e dedicata a S. Anna.
Costituita da un unico ambiente coperto da una volta a vela rettangolare, è sostenuta su tre lati da archi a sesto ribassato.
Al di là del cancello in ferro si può vedere un semplice altare marmoreo su cui è collocata una tela settecentesca raffigurante S. Anna con la Madonna bambina. Il pavimento, probabilmente della fine del secolo scorso, è formato da mattonelle in ceramica intarsiate con motivi geometrici e a stella.
Procedendo lungo la salita Pietro Comite, la scalinata che si dirama a sinistra della chiesa di S. Anna, si giunge di nuovo in piazza Duomo, dopo esser passati sotto quella che fu la casa di Matteo Camera.
Una lapide posta sulla facciata commemora l’autore (Amalfi 1807 – 1891) delle “Memorie Storico-diplomatiche dell’Antica Città e Ducato di Amalfi”, la fonte più importante per la storiografia locale.
Eccoci siamo di nuovo in Piazza Duomo
(testi del Centro di Cultura e Storia Amalfitana – diritti riservati)