CCC, 30: Dio non si stanca di chiamare ogni uomo a cercarlo perché viva
CCC, 30: ”Gioisce il cuore di chi cerca il Signore” (Salmo 105,3). Se l’uomo può dimenticare o rifiutare Dio, Dio però non si stanca di chiamare ogni uomo a cercarlo perché viva e trovi la felicità. Ma tale ricerca esige dall’uomo tutto lo sforzo della sua intelligenza, la rettitudine della sua volontà, ”un cuore retto” ed anche la testimonianza di altri che lo guidino nella ricerca di Dio.
E’ molto bello ciò che dice il Catechismo: anche se l’uomo non cerca Dio, Dio tuttavia, più che cercare, chiama in maniera misteriosa ogni uomo perché lo cerchi. Proprio perché Dio non s’impone egli può e vuole essere incontrato solo da chi lo cerca. Per questo Dio si adopera in maniera misteriosa perché ogni uomo si ponga alla ricerca di Dio o meglio conservi vivo il richiamo verso Dio che , come abbiamo visto nei giorni scorsi, gli è connaturale. E come ogni ricerca, anche questa per raggiungere la meta deve avere delle condizioni: lo sforzo dell’intelligenza perché la ricerca di Dio va pensata; la rettitudine della volontà, perché ovviamente Dio non può essere trovato da un cuore malvagio e doppio; e infine anche, è necessaria la testimonianza di chi l’ha già incontrato e riesce a farlo trasparire nel proprio modo di vivere. Da ciò deriva alla Chiesa, e in particolare a coloro che si sono assunti in essa un ruolo educativo, un compito molto importante: prima di annunciare Dio essa deve impegnarsi a formare l’uomo e a contribuire perché ogni uomo sia ben formato. Uno dei drammi del nostro tempo è appunto il fatto che molti uomini non soltanto non cercano più Dio ma hanno smesso di cercare. Questo si spiega anche col fatto che la cultura contemporanea – che non di frequente è espressione di una mentalità satanica – ha cercato e cerca di atrofizzare nell’uomo la sua naturale tensione verso il soprannaturale, chiudendolo nel suo mondo limitato. Stimolare l’uomo alla ricerca è un servizio alla sua umanità: l’uomo che non cerca si chiude nel suo mondo materiale e nei suoi limitati bisogni. L’uomo che cerca si apre inevitabilmente a significati superiori e in quell’ambito può anche sperare di trovare Dio perché in quei significati superiori si nasconde la presenza di Dio. Educare l’uomo a ‘cercare’ è un grande servizio da rendere alla causa di Dio.
E il n. 30 del Catechismo cita un testo tratto dalle Confessioni di Sant’Agostino che esprime molto bene la consapevolezza che il desiderio della ricerca di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo e che in fondo ogni ricerca di felicità da parte dell’uomo, anche se parte da presupposti sbagliati e tende verso scopi dannosi, non è altro che un sintomo della ricerca di un Dio ancora sconosciuto:
‘ Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode: grande è la tua virtù e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti; una particella del tuo creato che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te.’
Alla Chiesa il compito di educare tale ricerca naturale.
BUONA MEDITAZIONE
Letto 18659 volte
0 commenti