CCC 35: La ragione umana: strumento che predispone alla fede
CCC 35: L’uomo ha facoltà che lo rendono capace di conoscere l’esistenza di Dio. Ma perché l’uomo possa entrare nella sua intimità, Dio ha voluto rivelarsi a lui e donargli la grazia di poter accogliere questa Rivelazione nella fede. Tuttavia, le ”prove” dell’esistenza di Dio possono disporre alla fede ed aiutare a constatare che questa non si oppone alla ragione umana.
Con questo paragrafo si conclude la sezione del Catechismo dedicata alle ‘vie’ naturali che portano alla conoscenza di Dio. Ovviamente, queste vie possono portare l’uomo alla certezza della sua esistenza ma non a comprenderne l’identità. Sono tuttavia dei percorsi utili a concludere che l’esistenza di Dio non cozza con la razionalità dell’uomo ma che anzi essa sia implicata dalla razionalità umana. Affinché l’uomo non soltanto possa essere certo dell’esistenza di Dio ma possa conoscerne il volto, cioè l’identità, ed entrare in relazione viva e reale con Lui, Dio ha pensato di rivelarsi all’uomo, cioè di farsi conoscere e di donargli anche la possibilità di accogliere questa rivelazione mediante il dono della fede. Sono idee che il Catechismo svilupperà più avanti a breve ma che per ora vengono solo annunziate. C’è da pensare che Dio abbia dunque donato all’uomo la ragione non soltanto per conoscere la realtà creata ma anche per disporsi all’incontro con lui. Gli antichi scrittori ecclesiastici, molti dei quali provenivano dal mondo culturale greco-ellenistico, dove gli uomini erano abituati a usare la ragione e a fare filosofia, videro appunto in questo esercizio del pensiero filosofico molto diffuso nel mondo greco, la via percorsa dai popoli pagani per giungere preparati all’Incarnazione del Figlio di Dio, cioè all’atto con cui ebbe inizio la chiara e piena rivelazione di Dio al mondo. Mentre al popolo di Israele Dio si rivelò mediante Mosè e i profeti, ai popoli pagani Dio offrì un percorso nascosto di rivelazione mediante l’esercizio della razionalità, una qualità naturale dell’uomo creato a immagine di Dio.
Ciò ci induce a pensare che, in vista dell’educazione alla fede, non vada tralasciata la formazione all’uso della razionalità. La fede cristiana non è una fede irrazionale, bensì razionale, che cerca l’assenso della ragione umana perché ha la pretesa di non opporsi alla razionalità ma di illuminarla. Uno dei modi per impedire che l’uomo creda è l’atrofia della razionalità e lo sviluppo dell’irrazionalità. Le tendenze culturali attuali, in modi vari e spesso anche molto subdoli, tendono a destrutturare la razionalità umana, disabituando a pensare e favorendo l’esercizio dell’irrazionalità. Non è esagerato ritenere che anche in questo possiamo vedere all’opera lo spirito del Maligno.
BUONA MEDITAZIONE
P.S. Ricordo che è possibile inviare commenti a quanto scritto.
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