Chi sono io davanti a Gesù che soffre?
E’ un Papa riflessivo, attento, meditativo, quello che si mostra alla folla dei fedeli durante la messa celebrata in occasione della domenica delle Palme.
“A quale di queste persone io rassomiglio?”, questa è la domanda secca con cui il Santo Padre ha esordito un’omelia che invita ad una ricerca introspettiva tanto più complessa quanto più profondo è il mistero che sta per compiersi.
“Chi sono io? Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Gesù che entra di festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?”, ha proseguito Bergoglio, invitando i fedeli a discernere il proprio pensiero dinanzi all’immenso sacrificio compiuto da Dio.
“La mia vita è addormentata? Sono come i discepoli, che non capivano cosa fosse tradire Gesù? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, per tradirlo? Sono io, traditore? (…) O Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce? (…) O, ancora, sono io come quelle donne coraggiose, e come la mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio? ”, tali sono i grevi interrogativi lanciati da Papa Francesco, come un pungolo che serva ad incidere nelle maglie di una trama spirituale troppo spesso incerta.
Da questi stimoli alla meditazione può partire, così, la Settimana Santa, un periodo per fare chiarezza, per scrutare un animo assopito, per aprire il cuore a quel Cristo sulla croce, pronto, da sempre e per sempre, a donarci la salvezza.
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