Da dove nascono i coriandoli…
I coriandoli, è risaputo, sono il simbolo principe del carnevale.
In passato, durante i festeggiamenti del Carnevale, quando i carri allegorici avevano già fatto il loro ingresso trionfale, si era sparsa l’usanza di tirare cibo dalle finestre in direzione dei carri, soprattutto confetti con semi di coriandolo o caramelle.
Un editto del 1814 proibì la pratica di lanciare cibo, ma la legge, come spesso accade, servì a poco.
Ciò che non tutti sanno, forse, è che i coriandoli, più appropriatamente il coriandolo, sono delle piante con fusto eretto, fiori piccoli e bianchi i cui semi, chiamati anch’essi coriandoli, contengono un olio aromatico, un tempo adoperato in liquoreria per ‘insaporire’ cibi e bevande.
Da queste piante si pensò di ricavarne dei piccoli confetti rotondi, contenenti un seme di coriandolo e, vista la loro leggerezza, si cominciò a gettarli dalla finestra sui festosi e chiassosi cortei carnevaleschi.
Più tardi, verso la fine dell’Ottocento, per motivi puramente economici, si pensò di sostituire i confetti di coriandoli con altri fatti di gesso; in seguito, economizzando sempre di più, si sostituirono i confetti di gesso con i dischetti di carta che avanzavano dalla preparazione dei fogli bucati.
Oggi, dove tutto è industrializzato, i coriandoli vengono fabbricati appositamente; il nome originario, però, è rimasto inalterato.
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