Dai lavori del Convegno Ecclesiale Diocesano 2015
ARCIDIOCESI AMALFI – CAVA DE’ TIRRENI
“Verso Firenze: testimoni corresponsabili e misericordiosi”
XIX Convegno Ecclesiale Diocesano
Parrocchia S. Alfonso – Cava de’ Tirreni, Venerdì 23 Ottobre 2015
Introduzione ai lavori del Convegno
– a cura di Don Angelo A Mansi, Vicario Episcopale per la Pastorale –
19. Un numero, non un numero quasi da fortuna per offrirvelo per il gioco del lotto. N° 19 è il numero che contrassegna l’attuale susseguirsi di questo annuale appuntamento ecclesiale.
Due, ogni anno, in realtà, i momenti più assembleari della nostra amata Chiesa Locale di Amalfi – Cava de’ Tirreni: la sera di ogni mercoledì Santo, in Cattedrale, con la Messa crismale;
e, questo, il Convegno Ecclesiale diocesano che è calendarizzato, per l’appunto, nei primi mesi del nuovo anno pastorale: sono i due eventi che coinvolgono tutti gli Operatori Pastorali, a partire dal nostro Arcivescovo, e che diventano icona del volto di una Chiesa che vuole esprimere la sua unità e compattezza intorno al Cristo, sorgente di unità e di comunione.
E’ Cristo, infatti, il vero convocante, attraverso il ministero del nostro Arcivescovo Orazio. E’ Cristo il primo a godere, quest’oggi, del nostro ritrovarci, del nostro riflettere, del nostro essere qui con i nostri desideri, le nostre preoccupazioni, orientati all’orizzonte della vita buona del Vangelo per la Costa d’Amalfi e per la valle Metelliana. Egli è il Pastore Bello, il Pastore buono che ci coagula intorno a Sé, in questa solenne adunanza di battezzati per donarci un pensiero più profondo e capace di analisi e valutazione del nostro camminare insieme a Lui; è Lui che quest’oggi vuole donarci un cuore più vicino alla realtà dell’uomo e della donna del nostro territorio per saperne decifrare le attese, le sofferenze, i desideri e la buona volontà per conseguirli.
Il nostro convenire oggi, il sacrificio del nostro convenire dalle 79 parrocchie della nostra Arcidiocesi, diventa testimonianza nitida di una Chiesa che vuole sempre più configurare il suo volto a quello di una famiglia, dal volto accogliente, solidale, aperto alle istanze suggerite dallo Spirito di Dio.
Alla cultura dell’indifferenza, del soggettivismo, noi tutti sia qui per fare il tifo per la cultura della comunione, dove nessuno è estraneo, dove nessun carisma resta emarginato, dove ognuno si sente alunno di una Chiesa “scuola di comunione” come ebbe ha scrivere San Giovanni Paolo II al n. 43 della Novo Millennio Ineunte. “Prima di programmare iniziative concrete – continua il Pontefice Santo, che ieri è stato ricordato nella divina liturgia – occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità”.
Ed è in questo alveo della spiritualità di comunione che possiamo cogliere i parametri di riferimento del percorso pastorale degli ultimi anni di questa nostra Chiesa Locale. Per l’esattezza, con questo itinerario pastorale 2015 – 2016 siamo al decimo anno di un cammino contrassegnato dalla spiritualità di comunione che trova ancoraggio in una programmazione diocesana unitaria, tesa alla riscoperta propria dell’identità del battezzato, al riconoscimento dei carismi di ognuno per l’edificazione del Regno nel nostro territorio diocesano.
E’ questo l’anno che segna la conclusione della prima tappa del nostro cammino di conversione pastorale, la tappa kerigmatica, contrassegnata, in questo ultimo triennio dal valore della corresponsabilità e quest’anno dal valore parallelo della vita come testimonianza e come missione: il nostro agire , le nostre fatiche quotidiane devono essere svolte non solo per il semplice dovere o per necessità, ma soprattutto per dare testimonianza della nostra vita che acquista valore, vero significato valore solamente quando ogni cosa vien fatta nella carità, nell’amore vicendevole. “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”: in queste parole del Buon Pastore è rappresa la motivazione più vera del dispiegarsi del valore della corresponsabilità e della vita come testimonianza in ogni ambito della pastorale, in generale.
La nostra pastorale, in tal senso, sta manifestando, in questo ultimo periodo maggiore compattezza e maggiore sinergia nelle fatiche pastorali dei vari Uffici Diocesani: gli eventi in programma sono ridotti, in favore di una maggiore compartecipazione dagli stessi Uffici, secondo le specifiche competenze, nello spirito della corresponsabilità.
L’impegno c’è, ma occorre continuamente rafforzarlo: il Signore sa che non saremo mai capaci di raggiungere la vetta della perfezione, ma egli guarda i nostri quotidiani sforzi che sottendono alla comunione e all’unità. Mai ci lasceremo intimorire dagli insuccessi, o dalle momentanee delusioni da essi causati: la via della conversione pastorale che abbiamo intrapreso è una via senza ritorno … si va avanti nella direzione dell’unità e della comunione, senza reclamare nostalgie del passato o per pigrizia e superficialità infierire contro un cammino intrapreso dopo il discernimento comunitario della primavera del 2006, valutato dal nostro Arcivescovo come intuizione ispirata dallo Spirito del Risorto per il futuro cammino della nostra Chiesa diocesana.
Dalla Chiesa italiana e dalla Chiesa universale due prossimi eventi vengono a soppesare il nostro cammino pastorale e a rilanciarlo nella prospettiva del nuovo umanesimo e della divina misericordia: il 5° Convegno Nazionale della Chiesa italiana in programma dal 9 al 13 Novembre in Firenze e il Giubileo della Misericordia.
Il titolo di questo Convegno, coniato direttamente dal nostro Arcivescovo “Verso Firenze: testimoni corresponsabili e misericordiosi” sintetizza il programma della nostra Chiesa Locale aperta ad accogliere le istanze del Convenire dell’intera Chiesa italiana e a riscoprire la misericordia come “l’architrave che sorregge la vita della Chiesa”.
In questo Convegno ci sentiamo spiritualmente accompagnati, da lassù, dallo sguardo paterno e pastorale di un indimenticabile Arcivescovo, di cui in questo mese di Ottobre ricorre il 50° anniversario della scomparsa e che l’Arcivescovo ha ricordato durante la celebrazione dell’8 Ottobre, in occasione della Dedicazione della Chiesa Cattedrale in Amalfi: S. E. Mons. Angelo Rossini, di origini romagnole, e pastore dell’allora Arcidiocesi di Amalfi, dal 10 marzo 1947 al 5 ottobre 1965. E’ stato uno dei Padri Conciliari, uomo pratico e pastore vigile e lungimirante.
Prese parte a tutte e quattro le sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, ma il suo ultimo viaggio verso Roma in occasione dell’ultima sessione fu senza ritorno. Il suo corpo riposa di fronte all’ingresso della cripta di S. Andrea in Amalfi.
Avevamo bisogno, quest’anno, di un relatore d’eccezione per cogliere, in profondità, il significato di questi eventi e per essere maggiormente capaci di connetterli al nostro cammino di fede e di impegno pastorale.
Pur con i suoi molteplici impegni, ha accettato l’invito rivoltogli dal nostro Arcivescovo: eccolo in mezzo a noi, Sua Eccellenza Mons. Nunzio Galantino, dal giorno del suo onomastico dell’anno scorso Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Mons. Galantino, di origini pugliesi, è nativo di Cerignola e, quindi, oriundo della Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano.
Dopo aver frequentato il seminario diocesano di Ascoli Satriano compie gli studi del ciclo istituzionale presso il seminario regionale di Benevento, conseguendovi il baccalaureato in Teologia nel 1972. Ed è qua, presso il Seminario di Benevento che Mons. Galantino conosce il seminarista liceale Orazio Soricelli e ne diventa assistente del suo gruppo.
Prosegue poi gli studi presso l’Università di Bari conseguendo nel 1974 la laurea in Filosofia.
Nel 1981 ottiene il dottorato in Teologia Dogmatica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, Sezione San Luigi.
Per quanto riguarda il ministero sacerdotale, Mons. Galantino possiede uno stretto feeling spirituale con la nostra Arcidiocesi, in quanto egli viene ordinato presbitero il 23 Dicembre 1972 nella Cattedrale di Cerignola dal Vescovo Mario Di Lieto, proveniente dalla nostra Chiesa, esattamente da Amalfi, nella cui nostra Cattedrale egli fu ordinato vescovo nell’Ottobre del 1956 e reggendo, poi, per circa 30 anni la sua diocesi, dal 21 Novembre 1957 al Marzo del 1987.
– dal 1972 al 1977, vice rettore del seminario di Foggia e assistente dell’Azione Cattolica Ragazzi;
– dal 1974 al 1977, docente al Pontificio Seminario Regionale di Benevento;
– dal 1977 al 2011, parroco di San Francesco d’Assisi in Cerignola, vicario episcopale per la Pastorale, vicario episcopale per la Cultura e la Formazione Permanente;
– dal 1977, docente di Antropologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (dal 2001 ordinario della medesima cattedra); molti presbiteri della nostra Arcidiocesi qui presenti vantano di averlo avuto come docente, durante gli studi filosofici – teologici.
– dal 2004, responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della C.E.I.
È noto per aver “promosso la conoscenza del pensiero di Antonio Rosmini”.
Per quanto riguarda il Ministero Episcopale Il 9 dicembre 2011 papa Benedetto XVI lo nomina vescovo di Cassano all’Ionio, riceve la consacrazione episcopale il 25 febbraio 2012 nella cattedrale di Cerignola dal cardinale Angelo Bagnasco.
Il 28 dicembre 2013 papa Francesco lo nomina segretario generale ad interim della conferenza Episcopale Italiana pur rimanendo, per esplicita richiesta del vescovo, alla guida della diocesi che gli è stata affidata.
Il 25 marzo 2014 lo stesso papa lo nomina segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana ad quinquennium.
Grazie, Eccellenza, per essere con noi, in una diocesi che l’accoglie con vivo gaudio, apprezzando la sua vivace operosità per l’intera Chiesa italiana.
Ci aiuti a riflettere, in questa annuale assise diocesana, per aiutarci a capire meglio – come lei ha ribadito l’8 Ottobre scorso ad un Convegno ecclesiale a Fiesole, il momento che sta vivendo la Chiesa italiana, di cui siamo parte viva, per sintonizzarci con i suoi propositi e offrire anche noi il nostro contributo.
Grazie a Lei e buon lavoro a tutti!
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