Di notte e di giorno
di don Antonio Landi
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Quando annuncia il Regno di Dio, Gesù non usa categorie astratte, non ricorre a ragionamenti tortuosi e complessi, ma invita a contemplare la realtà quotidiana. Quella in cui un contadino pianta un seme, magari un granellino di senapa, quasi impercettibile. Eppure esso cresce, non all’improvviso, ma lentamente; i suoi rami diventano così robusti che gli uccelli possono trovarvi riparo. Così è la Presenza di Dio nella nostra vita: discreta, a volte silenziosa, ma percepibile. Lui c’è: sempre! Peccato che vogliamo accorgercene solo quando ci serve!
Dio vi benedica!
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