Ho 422 amici, eppure sono solo…
“Ho 422 amici, eppure sono solo“. Ha inizio così “Look Up“ il video per molti considerato il manifesto antisocial, che invita a riflettere su come i social network impoveriscano i rapporti tra le persone.
Il video già tradotto nei sottotitoli in diverse lingue e visionato su YouTube da milioni di persone, vuol essere il campanello d’allarme che suona a scuotere le coscienze dal torpore in cui sta lentamente precipitando una grossa fetta della popolazione mondiale.
Autore il giovanissimo Gary Turk, di nazionalità britannica, il quale prova a far toccare con mano la solitudine che vivono miliardi di giovanissimi sempre più ossessionati dalla rete, da smartphone, tablet… che secondo il filmaker riuscirebbero a condizionare la vita di ciascuno.
Ma davvero come sostiene Gary Turk siamo una “generazione di idioti, smartphone e stupidi?”
Il video un po ripetitivo nei contenuti, effettivamente, lancia un messaggio che fa riflettere, e pone interrogativi irrisolti, veicolati dalle nuove tecnologie: dalle chat, agli sms, ai social network, ai gruppi di applicazioni per smartphone, che propinano una comunicazione veloce in cui si smaterializza il sentimento, si perde il piacere di vivere certe emozioni guardandosi negli occhi.
Il messaggio di “Look Up” tuttavia, dovrebbe far riflettere piuttosto come la tecnologia, da sempre sviluppata per migliorare certe necessità della vita quotidiana ed aiutare l’essere umano ad aprirsi a nuove sfide, abbia spesso ceduto alla tentazione delle scelte per fini commerciali, finendo per esaltare gli aspetti negativi di certune “invenzioni“.
Poiché è indubitabile che nei sotterranei di fenomeni come i nuovi media, si facciano affari d’oro nell’incentivare mode e tendenze spesso destinate ad essere superate dalla prossima che è dietro l’angolo.
Eppure, in tanta apparente negatività, non può tacersi che le tecnologie, l’inventiva umana abbia aperto il mondo a conoscenze straordinarie; avviato processi di crescita che meno di trent’anni fa si sarebbero solo potuti immaginare. Ma come sempre, il punto centrale resta l’uomo, rispetto al tempo in cui vive. Una sfida irrisolta che muta di continuo, che non si colloca agli antipodi, ma rappresenta ciò che in un certo tempo l’uomo vive, dentro una logica.
Ecco perché se il video vuol essere una provocazione a non arrendersi a certe mode, a distrarsi ogni tanto da talune logiche e schemi che partorite dalla creatività per un fine di socializzazione, finiscono per ingabbiare il pensiero ed i sentimenti, allora Gary Turk, ha centrato in pieno l’obiettivo.
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