Il Papa in Albania: “No alla violenza in nome di Dio”
Durante il suo viaggio pastorale in Albania, il primo in Europa, il Papa si è soffermato sul modo in cui vivere ed intendere il sentimento religioso. Poche parole hanno condensato un monito importante, ancor più nel momento storico attuale, che vede il conflitto interreligioso come l’alito di funesti venti di guerra.
“Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione” – ha sentenziato il Santo Padre. – “Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita ed alla libertà religiosa di tutti!”
Poi, ha parlato ai giovani: “Sappiate dire no all’idolatria del denaro, no alla falsa libertà individualista, no alle dipendenze e alla violenza”. “Bisogna”– ha suggerito il Pontefice – “dire sì invece alla cultura dell’incontro e della solidarietà”. “Così”- ha esortato – costruirete un’Albania migliore e un mondo migliore“.
Di nuovo, il Papa ha affrontato il tema dei contrasti tra le religioni, questa volta all’università di Tirana, alla presenza dei rappresentanti dei diversi culti esistenti nel territorio. “La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio!“, ha dichiarato. “‘Discriminare in nome di Dio e’ inumano. L’intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie diventa un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo”, ha sottolineato.
“La pacifica convivenza tra le religioni in Albania è un bel segno per il mondo. L’Albania è un Paese che ha sofferto tanto – ha concluso – ma che poi è riuscita a trovare una pace con le differenze religiose. E questo è un bel segno per il mondo, il dialogo, la pace e l’equilibrio a favore della governance”.
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