Il Signore si serve della nostra umanità
Il mio augurio ai novelli sacerdoti don Andrea, don Cristian, don Ciro Emanuele, don Ennio
di Sigismondo Nastri, giornalista
Nel “Diario di un parroco di campagna” Georges Bernanos mette in bocca al parroco di Torcy queste parole: “Avrei diritto di andarmene parato come la regina di Saba io, perché porto la gioia. Ve la darei per niente se soltanto me la chiedeste. La Chiesa è la depositaria della gioia, di tutto il patrimonio di gioia riservato a questo triste mondo».
Carissimi Andrea, Christian, Ciro Emanuele, Ennio, sabato scorso ho letto nel vostro sguardo una gioia immensa, insieme alla commozione per un avvenimento così solenne, così, importante, così attentamente vissuto da una intera comunità. Poche ore prima, in TV, avevo seguito un programma, presentato da don Maurizio Patriciello, su un personaggio della Chiesa che mi permetto di segnalarvi come modello: don Tonino Bello. E ho pensato che la coincidenza non era dovuta al caso, ma era forse un segno venuto dall’alto.
Mi sono commosso anch’io durante la cerimonia. Non c’è luogo, credo, che riesca a emozionarmi più della cattedrale di Amalfi, la “mia” cattedrale, quando è gremita di fedeli. M’è sembrato di rivivere i tempi delle affollatissime adunate di Mons. Marini. Tempi lontani, che mi riportano all’infanzia.
Mons. Giuseppe Molinara, arcivescovo metropolita dell’Aquila, in occasione del cinquantesimo di sacerdozio ha scritto che è rimasta intatta in lui la consapevolezza che la vocazione è un puro dono di Dio. Come la consapevolezza che il Signore si serve della nostra umanità, in questo caso di voi quattro, per compiere anche oggi i miracoli della sua grazia.
Il Vangelo di Marco ci dice che Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Lo ha fatto anche con voi.
Tantissimi auguri!
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