Il Vischio
Il vischio, con le sue bacche, è uno dei simboli del Natale.
I druidi, sacerdoti degli antichi popoli celtici, la consideravano una pianta sacra, la raccoglievano con un meticoloso rituale durante il solstizio d’inverno.
La levavano dalle querce con un falcetto d’oro e la conservavano in pezze di lino, affinché non perdesse i suoi poteri magici.
Il popolo lo riteneva in grado di domare gli incendi e ne appendeva alcuni rametti sulle soglie delle case e dei fienili.
Il significato che noi oggi attribuiamo alla pianta deriva sicuramente da questa abitudine nordica: è diffusa, infatti, l’usanza di salutare il nuovo anno baciandosi sotto i rami benaugurati del vischio che porta fortuna, purché non tocchi mai terra.
Nella notte del 6 gennaio, in Inghilterra, per scongiurare il pericolo di rimanere zitelle, si bruciava il mazzo che aveva addobbato la casa durante le feste invernali.
E ancora, si credeva che se una donna sterile ne avesse fatto uso, ben presto sarebbe diventata fertile.
E’ originario dell’Europa e dell’Asia, ha foglie sempreverdi con bacche bianche attaccaticce (velenose). Possiede proprietà calmanti, vasodilatatore, diuretico, depurativo, lenitivo e antinfiammatorio.
Tutte le parti di questa pianta sono tossiche e soltanto in infusione il vischio si può assumere senza pericolo.
Infuso anti-ipertensivo:
frantumare 30 g di foglie di vischio, mettetele a riposare in infusione in 7,5 dl d’acqua fredda per 7-8 ore;
al termine riscaldate leggermente e filtrate.
Consumare tre tazzine al giorno, lontano dai pasti principali.
Vino di Vischio diuretico:
macerare 30 gr di vischio (foglie) per una settimana dentro un vaso di vetro ermeticamente chiuso, con un litro di vino bianco secco, agitando di tanto in tanto.
Trascorso questo periodo filtrare e conservate in bottiglia.
Consumare due bicchierini al giorno, distanziati, tra un pasto e l’altro.
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