… io non ci sto!

di - del 25 Aprile 2014 © diritti riservati

bimbo ostaggioLa foto è tratta dalla rete, pubblicata su twitter  lo scorso 17 aprile e ripresa dal blog di Gianni Fraschetti, tra i primi a diffonderla il 24 aprile, con a titolo: ” La foto della nostra vergogna“.

Non è tanto  il testo o i commenti che si accompagnano al messaggio twitter che fanno indignare, quanto le immagini che parlano più delle parole: ed è di questo che vogliamo parlare.

E’ drammatico, sconvolgente, guardare l’immagine per un solo istante, ed altrettanto difficile restare senza provare al momento rabbia ed indignazione.

Poi quando la mente si assesta ad una scena surreale, ti chiedi come sia possibile.
Forse sarà un fotomontaggio?
Chissà si tratterà di un bambolotto?
Lo sguardo si sgrana cercando a fondo ciò che la mente rifiuta.
Ebbene quello è un bambino e le persone che lo circondano sono adulti, i fucili non certo per giocare.

La foto rincorre il web non si sprecano gli improperi, le parole forti. Eppure nello sguardo del piccolo è racchiusa tutta l’innocenza di chi cerca le braccia di una madre.
Quello sguardo non cova rancore, non cela meraviglia, non implora pietà agli uomini ed alle loro armi, ma solo voglia di sentirsi tra le braccia di chi tante volte l’ha preso per mano.

E’ in questo la grandezza dei piccoli di fronte alla piccolezza dei “grandi” che si fanno la guerra; di un bimbo che non chiede giustizia, ma nasce con un mondo nella testa, già giusto, e che il tempo avvelena.

Secondo il rapporto dell’UNICEF, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei diritti dei bambini, sono circa 5 milioni e mezzo i bambini colpiti dal conflitto civile in Siria, il doppio rispetto a un anno fa, con particolari disagi per circa un milione di loro, intrappolati in zone della Siria dove si trovano sotto assedio e senza poter ricevere assistenza umanitaria.

Anche il rapporto dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo, parla chiaro, sono oltre 150.000 le persone che hanno perso la vita in tre anni di conflitto in Siria. Un terzo delle vittime sono civili, tra loro 8 mila bambini.

 

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Info Francesco Dipino

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