La dinastia del duca Sergio (958-1073) – IV parte
Dopo la morte di Mansone, Giovanni I e suo figlio giunsero regolarmente al potere. Poiché Giovanni sopravvisse al padre soltanto due o tre anni, Sergio III divenne duca già verso la fine del 1007.
Purtroppo sappiamo ben poco dei suoi 21 anni di governo. Nel marzo del 1009 vendette un mulino ad acqua appartenente al fisco all’arcivescovo di Amalfi ed all’abate del monastero di S. Benedetto a Scala per 300 soldi; il ricavato doveva servire a pagare i debiti contratti per versare ai Saraceni il grosso tributo che era stato pattuito.
Al tempo della prima insurrezione pugliese contro il dominio bizantino ad opera di Melo, Sergio III fu nominato patrizio.
Dopo il fallimento della rivolta, Melo fuggì a Capua. Il governatore greco venne a Salerno sul finire del 1011, ma non potè impedire che il fuggiasco con l’aiuto dei principi di Capua e Salerno arruolasse Normanni della Francia settentrionale ed irrompesse infine in Puglia nel 1017.
Per risollevare le sorti del dominio bizantino venne allora mandato in Italia un nuovo catepano, Basilio Boioannes (1017-28), che ben presto riprese il controllo della situazione dando inizio ad una nuova era della dominazione bizantina nell’Italia meridionale. La campagna dell’imperatore tedesco Enrico I del 1022 non ebbe conseguenze di rilievo. Pandolfo IV di Capua, che era stato deposto da Enrico II, riottenne il suo trono con l’aiuto dei Bizantini e per giunta vide accrescersi a poco a poco il suo peso politico in Campania fino ad occupare, sempre grazie all’aiuto bizantino, Napoli per un anno e mezzo.
L’ascesa del principe di Capua non fu senza pericolo per gli Amalfitani. Sergio III aveva sposato all’inizio del suo governo una sorella di Pandolfo ed uno dei suoi figli nati da questo matrimonio, Giovanni, fu da lui nominato successore e coreggente nel 1014. Un fratello di Pandolfo, Landolfo V di Benevento (1014-33), aveva per moglie un’amalfitana appartenente alla stirpe ducale, cosa questa che non costituiva una novità, dato che tra Amalfi e Capua erano già esistiti nel IX secolo rapporti dinastici, favoriti dal fatto che di tanto in tanto Salerno aveva rappresentato il loro comune nemico. Anche il principe di Salerno, Guaimario IV, aveva sposato una sorella di Pandolfo, la quale dopo la morte del marito, nel marzo del 1027, tenne per diversi mesi la reggenza per conto del figlio Guaimario V ancora minorenne; ed è comprensibile come in questa situazione non le riuscisse di sottrarre la città all’influsso del potente fratello.
Dopo l’occupazione di Napoli da parte di Pandolfo la situazione si fece per Amalfi ancora più critica, tanto che nel corso del 1028 Sergio III dovette abbandonare il campo ed andare in esilio a Bisanzio insieme al suo coreggente, lasciando il potere a sua moglie Maria, l’altra sorella di Pandolfo, e a suo figlio Mansone.
Dopo la deposizione di Mansone I ad opera di Adelferio nel 985 non c’era più stato ad Amalfi un cambiamento di potere sotto la minaccia delle armi, ma anche Maria e Mansone, come nel passato Adelferio, non poterono mantenersi a lungo, dato che già nel gennaio del 1029 ricomparve ad Amalfi Giovanni II e cacciò madre e fratello; suo padre invece non tornò più dall’esilio.
Giovanni II prese nel 1031 il figlio Sergio come coreggente e ricevette nello stesso tempo il titolo di patrizio: la corte di Costantinopoli non lasciava dubbi su chi essa considerasse legittimo duca di Amalfi.
(continua…)
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