La processione di Sant’Andrea. Note storiche
La processione di Sant’Andrea del 27 giugno, com’è noto, si svolge nelle ore serali.
Questa consuetudine ha avuto inizio nella metà dell’Ottocento. Prima si svolgeva al mattino, come il 30 novembre.
Un primo tentativo di spostare la processione di giugno dal mattino alle ore vespertine è documentato in un’interessante corrispondenza tra il Sindaco e l’Intendente, una figura di funzionario del Regno delle Due Sicilie assimilabile all’attuale Prefetto, custodita presso l’Archivio Storico del Comune di Amalfi.
Il 10 giugno 1848 il Sindaco Gennaro Amatruda, interpretando le richieste “della parte più cordata” del paese, chiese all’Intendente l’autorizzazione affinché la processione avesse luogo di pomeriggio, sia per evitare che le funzioni in chiesa al mattino si svolgessero precipitosamente, sia “per non esporre ad una insolazione il Corpo capitolare, le Congreghe, il Collegio Decurionale, e seguito di galantuomini chiamati alla processione della Statua”.
L’Intendente chiese il parere dell’Arcivescovo del tempo, mons. Mariano Bianco, che non consentì, “essendo stata sempre solita di farsi nella mattina per la maggior devozione e per evitare qualche disordine che potrebbe avvenire nelle ore pomeridiane”.
Pertanto l’Intendente non permise che la processione si svolgesse di pomeriggio.
Forse il Sindaco si rivolse all’Intendente sapendo che erano tutti d’accordo … tranne il Vescovo, che infatti non viene nominato nella domanda. Perciò credette di ovviare al problema investendo direttamente l’Intendente anziché chiedere prima l’assenso della Curia.
Eppure mons. Bianco consentì che altre processioni si svolgessero di pomeriggio: ad Amalfi quella dell’Assunta venerata nella Chiesa Nuova, la domenica dopo il 15 agosto, e dell’Addolorata, dell’omonima congrega, la terza domenica di settembre; a Positano, nel 1849, della Madonna Assunta.
Invece per Sant’Andrea si dovette aspettare il nuovo Vescovo, mons. Domenico Ventura.
Il 21 giugno 1851 il Giudice Regio di Amalfi comunicò al Sindaco Domenico Pecoraro che l’Intendente aveva accordato il permesso di eseguirsi la processione nelle ore pomeridiane del 27 giugno.
Anticamente dunque tutte le funzioni, compresa la processione, si svolgevano al mattino.
Da un atto del notaio Stefano Vinaccia del 30 giugno 1704, al tempo di mons. Michele Bologna, si desumono le principali funzioni liturgiche della festa. Si celebrava prima la Santa Messa con assistenza dell’Arcivescovo, seguiva la processione. La funzione della Manna aveva luogo dopo la processione e non al vespro della vigilia come accade oggi.
L’itinerario della processione è minuziosamente riportato nella Visita Pastorale di Mons. Francesco Maiorsini del 1875.
Il corteo, uscito dalla Cattedrale, si dirigeva verso la chiesa dello Spirito Santo, abbattuta negli anni trenta e sita dov’è l’omonima piazza. Lì i membri delle congreghe a coppie genuflettevano all’altare e si incamminavano per piazza Duomo. Il Capitolo ed il Vescovo con la statua si fermavano. Dopo il canto dell’antifona Cum pervenisset, coi versetti, l’arcivescovo recitava l’orazione Maiestatem tuam. La processione riprendeva il cammino e passando per la “porta della marina grande”, attuale via Mansone, effettuava una nuova sosta con lo stesso rito nella chiesa di S. Benedetto. Proseguiva poi sino al “cappellone”, cioè un palco addobbato di drappi costruito sotto lo stabile delle Suore della Carità dove veniva posata la statua.
Dopo lo sparo dei “tonfi” e le stesse preghiere il corteo, passando per la marina, andava allo spanditoio del grano, attuale piazza Flavio Gioia. Qui S. Andrea era portato vicino al lido per la benedizione del mare. Infine per la porta della marina piccola il corteo ritornava in Cattedrale dove si ripetevano le stesse orazioni delle fermate precedenti.
Il percorso ha subito col tempo diverse modifiche.
Nel novembre 1925 Andrea Volpe a nome dei lavoratori del mulino esistente al porto e della Lega dei Pescatori domandò a mons. Marini che la processione potesse arrivare sia a giugno che a novembre sino al pastificio, attuale hotel La Bussola. Mons. Marini acconsentì “ben volentieri … per appagare il desiderio espresso dalla virtuosa classe dei pescatori e degli operai del Mulino”. Da allora il cappellone fu posto davanti al pastificio, come si può notare anche nel film “ La macchina ammazzacattivi” girato nel 1948.
Probabilmente fu per l’eliminazione del palco alla sommità dello stradone che si scelse come nuovo luogo di sosta la chiesa di S. Nicola in piazza Municipio, anche se le testimonianze sono discordi. Alcuni sostengono che S. Andrea sostava sempre a San Nicola, altri invece ritengono che d’estate andava al tondo Volpe e d’inverno in chiesa.
Negli anni Sessanta le soste nelle chiese sono state eliminate. Dagli anni Ottanta d’estate la processione percorre via delle Cartiere sino all’ex opificio di don Nicola Milano, inizialmente ad anni alterni con il porto, il quale è stato escluso dal percorso nei primi anni Novanta.
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