La vite ed i tralci
La vite e i tralci
di don Antonio Landi
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
La fede può essere paragonata al rapporto che intercorre tra la vite e i tralci: questi, se non sono innestati alla vite, hanno vita breve, cadono a terra e si seccano. Sopravvivono solo se sono uniti alla vite. Possono produrre frutti buoni, anche se si rende necessaria la potatura, paragonabile alle prove della vita per un credente: essa è in vista di una produzione di frutti ancora più abbondante. Il cristiano non può fare a meno di Cristo, come il tralcio non può sussistere senza la vite.
Dio vi benedica!
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