L’albero e i suoi frutti
L’albero e i suoi frutti
di don Antonio Landi
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.
Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.
Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?
Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».
Le istruzioni di Gesù hanno un tono sapienziale e universalmente valido: valgono per ogni uomo, indipendentemente dalla sua condizione di vita e dal suo credo religioso.
L’albero si riconosce dai suoi frutti: se i suoi frutti sono buoni, la bontà dell’albero sarà evidente. Tuttavia, la più grande difficoltà odierna è saper riconoscere la bontà dei frutti: in un’epoca di puro relativismo, dove il bene (così come il vero, il giusto) è valutato secondo parametri personali (“ciò che è bene per me“!), si corre il pericolo di stimare il bene laddove invece si annida il male. Quale criterio adottare? E’ ancora Gesù a suggerirlo: quando si è coerenti con il vangelo, non con le logiche del mondo, si è simili all’uomo saggio che ha edificato la sua casa sulla roccia.
Dio vi benedica!
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