L’archivio della Collegiata di Santa Maria Maddalena di Atrani (1526-1965)
a cura delle Archiviste Amalia Mostacciuolo e
Maria Michela Di Lieto
Gli archivi delle parrocchie sono fonti inesauribili e preziose per la storia delle comunità locali. Nel panorama archivistico rivestono un posto di rilievo, per il fatto che per lunghi anni, a partire dal Concilio di Trento (1545-1563) – ma in alcuni casi anche prima di tale importante riforma – , hanno funzionato come veri e propri uffici di “Stato civile”, in cui gli atti erano organizzati in serie omogenee e continue.
Il Rituale Romano, infatti, aveva imposto ai parroci di tenere appositi registri, precisamente cinque, sui quali annotare i battezzati, i cresimati, i matrimoni, i defunti ed infine lo stato delle anime. In quest’ultimo erano trascritti i nuclei familiari della parrocchia, e per ogni componente veniva riportata l’età, lo stato civile, ed in alcuni casi, il gruppo sociale di appartenenza, unitamente all’abitazione ed all’occupazione.
I parroci, quindi, erano fedeli registratori, depositari e conservatori di una documentazione unica e preziosa; avevano anche facoltà di rilasciarne, a richiesta, estratti degli atti, ritenuti giuridicamente veri e propri atti pubblici.
I registri parrocchiali erano, pertanto, le principali se non uniche fonti per l’accertamento civile delle persone e dei rapporti di parentela delle famiglie per il periodo anteriore all’istituzione dei registri di stato civile negli uffici municipali.
Fu con la riforma francese dell’organizzazione amministrativa del Regno d’Italia (1809) che le cose cambiarono: era necessario operare una separazione tra società civile e società religiosa, per cui la cura della registrazione degli atti afferenti allo stato civile fu affidata a funzionari pubblici, che presero il nome di Ufficiali di Stato Civile, anche se un vero Ufficio di Stato Civile fu ratificato a pieno diritto con la proclamazione dell’Unità d’Italia (Regio decreto 15 novembre 1865, n. 2602).
Nonostante la loro innegabile importanza, oggi gli archivi parrocchiali si trovano in condizioni spesso difficili. Negli ultimi tempi, gli accorpamenti di alcune parrocchie e la chiusura di canoniche hanno determinato la concentrazione dei rispettivi complessi documentari presso gli archivi diocesani, rompendo così il legame naturale con il territorio, o sono stati lasciati nelle canoniche abbandonate, con grave rischio di perdita e manomissione. Ma anche per le parrocchie attive, difficili appaiono i problemi di gestione: nella maggior parte dei casi, i documenti non conservano più l’ordine originario, ma sono allocati in posti polverosi ed inaccessibili, consulati, nei casi più fortunati, da temerari ricercatori che, autorizzati dal parroco, tentano dei percorsi di ricerca. I sacerdoti, infatti, occupati nell’espletamento dei compiti pastorali, non hanno tempo a disposizione per fare assistenza agli studiosi. Così l’archivio è di fatto chiuso alla ricerca, o lasciato in balia del ricercatore.
A quest’ultimo scenario si conformava anche l’archivio della Collegiata di Atrani che solo nel 2014, grazie alla volontà del parroco Don Pasquale Imperati, è stato riordinato e consegnato alla propria comunità parrocchiale.
L’Archivio della Collegiata di Santa Maria Maddalena è attualmente conservato presso la casa parrocchiale di Atrani e si compone di tre nuclei distinti: l’Archivio parrocchiale (1643-1964), l’Archivio del Capitolo (1709-1952); gli archivi aggregati (1526-1965), per un totale di 22 buste.
Prima del riordino, parte della documentazione si presentava approssimativamente suddivisa in ordine cronologico per secolo e condizionata in buste, senza alcun rispetto per la struttura originaria dei fondi; mentre altri documenti sciolti e registri si trovavano impropriamente allocati in altre aree della casa parrocchiale.
La schedatura e il riordinamento hanno ristabilito, in base agli standard di descrizione internazionali
(ISAD e ISAAR), l’evoluzione e l’identità dei tre nuclei presenti, ponendo l’accento sulla varietà e la complessità di questo peculiare sistema documentario.
La documentazione più antica risale al XVI secolo e appartiene alla Congregazione dei Preti, attiva ad Atrani fra il XV e XVII secolo. Essa riscuoteva vari censi e aveva rapporti economici col Capitolo di Amalfi. Alla fine degli anni ’80 del XVII secolo la Congregazione cessa di esistere e la chiesa di Atrani viene eretta a Collegiata per il volere dell’Arcivescovo Monsignor Bologna con a capo un prevosto.
Successivamente il preposito e i canonici cercarono di recuperare le rendite della Congregazione e richiesero a tutti coloro che ne fossero a conoscenza di portare loro notizie a riguardo. La maggior parte degli istrumenti della Congregazione furono rogati dal notaio Cola Franzese.
Il 14 aprile 1706 il Papa Clemente XI, con bolla papale autorizzava la costituzione della Collegiata; alla spese contribuì anche il Monte dell’Arte della Lana, che inoltre, annualmente per dote le assegnava ducati 260 “sopra il frutto annuale che si esigeva dall’imbratto che si ricava dalle sajette ed altri lavori di lana”, mentre l’Università le assegnò la publica (tassa sulla macinazione dei tomoli di grano) che le portava la rendita di ducati 145, per un totale di ducati 405.
Nello stesso anno fu concesso alla Collegiata l’assenso per costituire quattro ebdomadari, nucleo iniziale del nascente Capitolo, guidato dal prevosto.
Ricostruito l’iter storico delle distinte istituzioni che hanno prodotto il complesso documentario, si è provveduto ad articolare la documentazione nei rispettivi ambiti di intervento, da cui è scaturito il seguente inventario:
Fondo: Archivio parrocchiale di Atrani
Produttore: Collegiata (Parrocchia)
Amministrazione e Liti – Culto e Messe – Economia – Introito ed esito – Proprietà e fitti – Lavori alle chiese – Corrispondenza e varia – Anagrafe parrocchiale
Produttore: Archivi Aggregati
Congregazione dei Preti di Atrani
Santa Maria del Bando
San Salvatore de Birecto
Congregazione dell’Immacolata
Congregazione del Purgatorio
Produttore: Capitolo e Congregazione dei morti
Conclusione capitolari, Amministrazione e messe – Proprietà, rendite e spese – Rendite e legati capitolari – Ricevute di pagamento e libri di puntuazione
Il fondo conserva anche importanti pergamene che ricoprono l’arco di tre secoli, dal 1653 al 1895. Tra le più significative:
- 28 marzo 1661 – Breve pontificio di Alessandro VII
- 22 ottobre 1675 – Il cardinale Francesco Barberini, in riferimento alla indulgenza plenaria concessa dal Papa Clemente X per il culto dei morti, estende l’autorizzazione alla Confraternita dei Morti e delle Anime del Purgatorio
- marzo 1895 – Bolla pontificia di Leone XIII sui paramenti del Capitolo di Atrani
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