Lettera pastorale dell’Arcivescovo alle famiglie

di - del 9 Ottobre 2014 © diritti riservati

arcivescovo amalfi laiciCara famiglia,

con grande gioia, dopo la pausa estiva, riprendo il contatto epistolare con te e, quindi, con ciascuno dei tuoi componenti. E’ un modo semplice che da nove anni sto seguendo al fine di poter esternare, come Arcivescovo di questo territorio compreso tra la Costa d’Amalfi e la Valle Metelliana, i miei sentimenti di affetto, di stima e di calorosa vicinanza a ciascuna famiglia che abita in questa magnifica terra.

Periodicamente con questa Lettera, che ti viene recapitata grazie alla lodevole disponibilità dei messaggeri della tua parrocchia, io desidero riflettere con te di valori umani e cristiani che sempre appaiono necessari nell’evolversi del nostro vissuto: anche se qualcuno dei tuoi membri, pur battezzato, si è allontanato, per i più svariati motivi, dal percorso di fede, può trovare stimolo nel leggere il mio scritto, ad approfondire, per l’appunto, quei valori essenziali che sono propri di ogni esistenza umana.

Il valore che, in questo anno pastorale 2014-15, la Chiesa di Amalfi – Cava de’ Tirreni ha scelto per la sua riflessione e per il suo operato scandito dai tanti eventi in calendario è quello del

quello della vita come servizio. Ovunque ci troviamo a vivere facciamo esperienza del servizio, o da noi dato o da noi ricevuto.

E’ il servizio che fa da parametro di riferimento allo spessore qualitativo di una intera esistenza: una vita espletata nel servire gli altri diviene una testimonianza di esemplarità per tutti; una vita, al contrario, vissuta nell’egoismo, nella pigrizia, nel tornaconto personale, difficilmente sarà ricordata o additata alle future generazioni.

Cara Famiglia,

è a partire dal tuo operare interno che si impara il servizio, ad essere servi per amore gli uni degli altri. Nessuno può accampare il diritto di rinunciare al servizio degli altri, perché bisognosi gli uni degli altri, per una misteriosa legge di solidarietà che è nel nostro DNA umano. E neanche è possibile addurre la personale pretesa di essere servito a dismisura, senza muovere un dito per chi invoca aiuto nella necessità.

A casa, luogo di sacrale intimità per te, si impara l’arte del servire per amore: genitori e figli che si aiutano a vicenda, per le necessità personali ed oggettive.

Ogni giorno vi  può essere a casa come una gara tra i tuoi componenti: vince sempre e solamente chi serve di più … perché è colui che serve di più ad amare di più! Collezionando queste vittorie nel servizio, sarai capace di sperimentare tale valore anche all’esterno delle mura domestiche, dove la sfida delle molteplici necessità fa sentire quotidianamente la sua voce invocante: a scuola, nel mondo del lavoro, per strada …

Sii capace di allearti con le famiglie della tua zona per rispondere a problemi immediati ed improrogabili che si riscontrano nel tuo quartiere, nella tua zona. Sii promotrice di carità soprattutto per gli emarginati e gli esclusi!

Ti benedico.

+ Orazio, arcivescovo

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