Mercoledì 8 marzo 2006: Solidarietà, valori umani, cristiani e marinari…
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Maria Saveria Sabato 23 Luglio 2016 – In Navigazione da Mundra A King Abdullah
Alle 07:12 entriamo nello Stretto Di Bab El Mandeb “la Porta meridionale del Mar Rosso” e come d’incanto il vento cala d’intensità ed il mare è liscio come l’olio.
Il cattivo tempo degli ultimi venti giorni sembra uno sbiadito ricordo, il meteo condiziona le nostre attività molto più di quanto si possa immaginare. Ordino al timoniere di accostare a dritta per rotta vera 287 gradi e via via dirigiamo la nostra prua fino a raggiungere, alle ore 08:00, rotta vera 335 gradi, puntando decisamente verso Nord Nord Ovest.
UKMTO – il servizio di coordinamento antipirateria – ci avvisa di un attacco avvenuto il giorno prima, fortunatamente sventato con colpi d’arma da fuoco. Le nostre guardie armate presidiano il ponte di comando pronte ad intervenire, ma per grazia di Dio non c’è ne stato bisogno.
Alle 11:40 siamo in prossimità delle Isole HAYCOCK – ai tre scogli che generalmente chiamiamo i “tre fratelli” – alla Latitudine 13 40 Nord; Longitudine 042 36 Est – accostiamo per rotta vera 328 gradi ed usciamo definitivamente dallo stretto di Bab El Mandeb.
Alle 16:30, superato il parallelo 15 gradi Nord, siamo fuori dalla zona “ad alto rischio pirateria”, le due guardie tirano un sospiro di sollievo ed esclamano il canonico: “Missione Compiuta!”
Domenica 24 Luglio 2016
Dirigiamo la nave in una località riservata del Mar Rosso – non lontana da Port Sudan dove ci attende una nave con tender, (l’imbarcazione di appoggio), qui sbarchiamo armi e guardie di sicurezza. Operazione che concludiamo felicemente alle ore 10:05 del mattino.
La nostra prua è per il Porto di King Abdullah, con arrivo previsto alle 02:00 di notte, tra domenica e lunedì.
Lunedì 25 Luglio 2016
Alle ore 01:37 imbarca il pilota di King Abdullah Port, poco dopo voltiamo i rimorchiatori ed entriamo all’interno della barriera corallina (tagliata) che delimita il porto. Alle 03:00 siamo ormeggiati alla banchina numero due e prima di andare via, il pilota è estremamente contento perché un paio di ore prima era piovuto.
La pioggia in questi luoghi è un fenomeno alquanto raro. “Qui piove mediamente due o tre volte l’anno… e quando capita siamo tutti estremamente felici!”
Come non dargli ragione! L’acqua è un elemento così prezioso che non l’apprezziamo abbastanza, o meglio, l’apprezziamo solo quando manca. Il termometro, già dal mattino segna una temperatura di 33 gradi centigradi: un forno!
Verso le 04:30 completiamo tutte le formalità di arrivo; dalle autorità locali otteniamo la “libera pratica” e finalmente il personale che è libero dalla guardia, può riposare.
Al risveglio noto che il vento è aumentato fino a forza sei e la visibilità è molo scarsa a causa di una tempesta di sabbia in corso. Niente di preoccupante solo tanto fastidio dalla sabbia che ci opprime provocando un senso di nausea. Fortunatamente le operazioni commerciali vanno al meglio ed alle 17:00 la nave è già pronta per la partenza. Nel frattempo, il vento è calato di intensità con lieve miglioramento della visibilità. Alle 17:30 manovra di partenza completata, il prossimo scalo a Porto Said situato all’uscita del canale di Suez. Procediamo con velocità superiore a 20 nodi, occorre arrivare nella baia di Suez prima delle 23:00 del 26 luglio in quanto se tardiamo, ci toccherà pagare una penale del 5%, che sale al 10% se si supera la mezzanotte. Alle ore 22:14 tagliamo il parallelo in latitudine 23 27’ Nord ed usciamo dalla zona tropicale.
Martedì 26 Luglio 2016
Manteniamo una velocità costante di circa 20 nodi. Siamo nella rada di Suez alle 21:30. Alle 22:05 ancoriamo ed aspettiamo ordini per la formazione del convoglio navi. Intanto, riceviamo le autorità egiziane per le formalità e lo “sgancio” dei regali, di rito.
Mercoledì 27 Luglio 2016 – transito del Canale di Suez
Stranamente le operazioni di formazione del convoglio procedono a rilento, alle 7:48 salpiamo l’ancora e ci accodiamo alla sedicesima nave del convoglio. Alle 08:40 attraversiamo la città di Suez e risaliamo il canale verso il Mediterraneo. Attraversiamo le città di Ismailia e di Kandar dove si notano diverse chiese Cristiane Copte non distanti dalle moschee Islamiche. Verso le ore 18:00 siamo in prossimità di Porto Said.
L’ultima volta che scalai un porto Egiziano fu ad Alessandria D’Egitto, era il 1997, ricoprivo il grado di Primo Ufficiale di Coperta. Al Comando il mitico Vito Maria D’Abundo, ischitano trapiantato a Sorrento. Sono trascorsi circa vent’anni, ma il tempo sembra essersi fermato, cristallizzato, ho (ri) vissuto le stesse scene di allora. Un continuo elemosinare di stecche di sigarette con velato ricatto, la pilotina che non accosta per imbarcare i piloti; i piloti, i rimorchiatori che gettano il cavo di rimorchio in mare, gli ormeggiatori che si lasciano scappare il cavo di ormeggio, alla fine tutto si risolve con il “complimento” come lo chiamano loro.
Dopo l’ormeggio in banchina la “processione” delle autorità che si presentano con lo stesso spirito e le medesime intenzioni degli altri. Comprendo lo stato di povertà di questi uomini, ma il loro atteggiamento supera ogni logica di lavoro. Per noi che viviamo simili esperienze, dopo un giorno di stress e tensioni per la manovra del transito del Canale, sinceramente non è proprio il massimo.
Verso le 21:00 imbarca il nuovo Secondo Ufficiale che dovrà sostituire il parigrado sbarcante desideroso di tornare a casa dove l’attende la fidanzata con la quale è in procinto di sposarsi.
Giovedì 28 Luglio – in Navigazione da Porto Said a Felixstowe
Anche in questo porto le operazioni si svolgono rapidamente. Alle 3:00 comunichiamo al coordinamento del porto che la nave ha terminato le operazioni di carico ed è pronta alla partenza. Ci avvisano che la partenza è fissata per le 04:00 e nel mentre sopraggiungono i “rappresentanti” di categoria per avvisare che i turni sono cambiati e quindi i piloti, ormeggiatori ed equipaggi dei due rimorchiatori si daranno il cambio… aspettano il complimento.
Verso le 6:00 siamo in mare aperto, nella parte del Mediterraneo orientale in cui dieci anni fa ho vissuto una delle esperienze più tristi della mia vita. Da allora ci sono passato tantissime volte ma questa volta, non mi spiego il motivo, il ricordo va a quell’otto marzo del 2006 e per la prima volta, condivido con gli amici, lettori del “Diario di Viaggio”, questa mia esperienza:
Msc Vanessa Mercoledi 08 Marzo 2006 in Navigazione da Singapore al Pireo.
………..Arrivammo così a Port Said verso le ore 22:00 con circa sei ore di ritardo rispetto al consueto orario di uscita. Da Port Said ci mettemmo in rotta per il Pireo, man mano che ci allontanavamo dalla costa il vento aumentava di intensità’ da maestrale causando onde alte circa cinque metri e provocando movimenti di beccheggio e vibrazioni allo scafo. Con tali condizioni meteo marine avverse, decisi di proseguire a velocità ridotta per non provocare danni alla nave ed al carico. Non mi allontanai mai dal ponte di comando. Più tardi ricevemmo un drammatico SOS da parte di una nave che era in forte difficoltà: la Telivka.
Questo il testo integrale da me annotato sul Giornale nautico di bordo parte seconda.
Mercoledì 8 marzo 2006 – Port Said, alle ore 19:40 sbarca il pilota, procediamo nella canaletta di boe verso l’uscita del Canale di Suez. Alle 21.00 fuori dalla canaletta, finito in Macchina, si procede a tutta forza per il Pireo, rotte e distanze come da giornale di navigazione. Vento e mare in aumento dal terzo quadrante fino a raggiungere forza 8 della scala Beafourt.
Alle 23:30 si riduce la macchina prima a 90 giri dell’elica per minuto, poi a 85. Beccheggio e vibrazioni allo scafo – spruzzi di mare in coperta e sul carico – effettuate ronde di sicurezza. Giovedì 9 marzo 2006 – In navigazione a velocità ridotta per il Pireo. Burrasca in corso da Nord Ovest – beccheggio con spruzzi di mare in coperta e sul carico – vibrazioni allo scafo . Alle ore 00:45 riceviamo un disperato “MAYDAY” (riceviamo via radio telefono VHF la voce concitata di un uomo : “veniteci a salvare, stiamo affondando…aiutateci…..ne siamo in 15”) dalla nave portacontainers Telivka, nominativo internazionale 9HGT3 di bandiera maltese, in posizione latitudine 32 20 Nord – longitudine 031 37.2 est, a 16.5 miglia dalla nostra posizione.
Cambiamo rotta e dirigiamo verso la zona segnalata – il bersaglio è visibile al radar – alle 01.30 quando siamo ad appena 3 miglia di distanza, il bersaglio della Telivka scompare dallo schermo radar – alle 00:45 arriviamo sulla zona del naufragio – essendo la prima nave arrivata, assumiamo il comando delle operazioni, come da regolamento S.A.R. (SEARCH AND RESCUE – Ricerca e Salvataggio). Segnaliamo l’accaduto al centro di coordinamento di ricerca e salvataggio RCC (RESCUE COORDINAMENT CENTER) Il Cairo, stabilendone un contatto. Dopo circa mezz’ora arrivano altre due navi che hanno risposto all’appello, la nave portamacchine “Hyundai 205” 3EXT8 e la petroliera “Makronissos” SWAM. Condizioni meteo molto brutte. Con onde da nord ovest di circa 6 metri. Rileviamo la presenza sulla superficie del mare di una estesa chiazza di nafta, molti containers alla deriva, due zattere di salvataggio vuote ed una scialuppa di salvataggio anch’essa vuota. Ci manteniamo in contatto radio con le altre unità per un costruttivo scambio di informazioni.
Alle ore 02:30 una nostra squadra , impegnata nelle ricerche sul lato sinistro, mi segnala l’avvistamento di una zattera di salvataggio verso prua a sinistra e di aver udito delle voci; non troviamo niente ma trasmettiamo la notizia alle altre due navi. Alle 03:00 la Hyundai 205 ci comunica di aver avvistato uno zatterino di salvataggio autogonfiabile, dal quale ha recuperato tre uomini vivi e che sta in procinto di recuperarne altri tre in posizione lat. 32 20 nord – long. 031 41 est. Le operazioni di ricerca e salvataggio vengono coordinate da JRCC CAIRO e da radio Alexandria. La Hyunday 205 ci comunica: “purtroppo non siamo riusciti a recuperare gli altri tre naufraghi”. Alle ore 07:00 JRCC Il Cairo ci dispensa dalle operazioni, quindi riprendiamo la rotta per il Pireo. La forza del vento aumenta raggiungendo la velocità di 45 nodi, onde alte otto metri provocano violenti movimenti di beccheggio con forti vibrazioni allo scafo, colpi di mare montagnoso in coperta e sul carico, si riduce ulteriormente la motrice, portandola a giri di manovra. Si effettuano controlli e ronde di sicurezza ……omissis ……Verso le ore 20.00 vento e mare cominciano a calare d’intensità, si rimette la macchina a 85 giri, poi, in prossimità di Creta, macchina a tutta forza a 101 giri per minuto…….omissis…..”.
La Msc Vanessa, da me comandata, fu la prima unità a raggiungere la zona di soccorso, dopo ne seguirono altre due: La Hyundai 205 e la petroliera Greca Makronissos.
In tutta l’area erano presenti oltre 80 navi, ma solo la nostra e le altre due navi citate innanzi, dimostrammo di avere uno spirito di solidarietà marinara.
Se non avessi preso parte a quell’operazione di salvataggio, avrei tradito i miei valori umani, cristiani e marinari.
Come si evince dal diario di bordo, nell’operazione di salvataggio fummo impegnati per tutta la notte, dei 23 uomini del nostro equipaggio ne furono impiegati 21, suddivisi in 4 squadre di soccorso dislocati in coperta.
Le proibitive condizioni meteomarine non permisero di mettere in mare le nostre scialuppe di salvataggio. Alla fine sui volti dei miei uomini, sferzati dalla pioggia violenta e stremati dalla stanchezza, la commozione era evidente. La nave portacontainers Telivka, 100 metri di lunghezza e 200 container di capacità, aveva un equipaggio di 15 persone di nazionalità ucraina: di essi solo tre furono tratti in salvo. Una brutta storia che rimarrà per sempre impressa nella memoria di chi l’ha vissuta.
Domenica 31 Luglio 2016 Mar Mediterraneo – Canale di Sicilia
Mare calmissimo e temperatura gradevole, non lontano da noi, yacht e mezzi da diporto ci ricordano che siamo nel bel mezzo dell’estate, almeno sulla terraferma, da noi invece è solo una domenica più tranquilla delle altre e niente più.
Al VHF – il radiotelefono di bordo – ascolto comunicazioni marittime provenienti dal Golfo di Salerno, imbarcazioni dai nomi a me familiari: “Maria Madre”, “Uragano”, “Città di Amalfi”, “Furore” che chiamano “Locamare Amalfi” o “Compamare Salerno”. Queste sono giornate di duro lavoro per gli equipaggi imbarcati sui traghetti.
Al Timone della Msc Maria Saveria ho il marinaio Samoano Mose Jerome dell’aetà di trent’anni, non ha connazionali a bordo, ciò significa che non può parlare la sua lingua con nessuno.
Tutti noi, comprendiamo il suo disagio e proviamo a metterlo a suo agio.
Oggi mi ha informato che a dicembre si sposa e che ha intenzione di organizzare una grande festa con la famiglia e gli amici. Si sposerà con il rito anglicano – protestante LMS (London Missionary Society), religione cristiana molto diffusa in quella parte di arcipelaghi dell’Oceano Pacifico perché il fondatore della LSM, tale John Williams morì massacrato (e mangiato) dai cannibali sull’Isola di Erromango, non lontana da Samoa.
Jerome mi ha confidato che gli piace di più la religione cattolica perché le offerte sono facoltative e non obbligatorie come da loro. Solo per questo? Mi ha risposto, sì!
Abbiamo la costa tunisina a sinistra mentre la prua è diretta verso lo stretto di Gibilterra. La navigazione continua…
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