Meriam: finalmente libera!
“Sono stordita dalla felicità” queste le prime parole pronunciate da Meriam Ibrahim, la ragazza sudanese condannata all’impiccagione per apostasia per aver sposato un cristiano.
All’uscita dal carcere, c’era il marito ad attenderla, per portarla in un luogo segreto; c’è ancora la paura che i suoi congiunti possano colpire ancora.
La Corte di appello, dopo la grande mobilitazione internazionale che aveva messo in imbarazzo Khartoum,ha annullato la sentenza di primo grado.
All’esultanza per la buona notizia, dobbiamo comunque registrare un nuovo attacco in Nigeria di Boko Haram, organizzazione terroristica di quel Paese africano, che prende di mira gli studenti.
Non c’è ancora traccia delle 215 studentesse rapite il 14 aprile scorso, ieri un ulteriore attacco è stato sferrato all’uscita dell’Istituto di Igiene, dove gli studenti, superato l’esame di maturità, stavano per iscriversi all’università.
L’hastag di Michelle Obama “Bring home our girls” non ha sortito alcun effetto, per ora, confidiamo nell’interessamento delle potenze occidentali e delle varie organizzazioni umanitarie per risolvere positivamente questo altro caso, che vede sempre al centro delle violenze le donne e la cultura.
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