Mexico olè! Tra sombreri, piramidi e tanta bellezza
Il pellegrinaggio diocesano organizzato da don Beniamino D’Arco della parrocchia di Santa Lucia di Cava de’Tirreni quest’anno si è svolto , in Messico.
Siamo partiti da Roma via Madrid e siamo arrivati a Città del Messico dopo un viaggio di circa venti ore. All’aeroporto ci aspettava la nostra guida Cristina che con amore e competenza ci ha condotto alla scoperta delle antiche civiltà Maya ed Atzeche, lungo un percorso partito da Teotihuacan fin a Chichen Itza, mostrandoci le spettacolari piramidi, che, a differenza di quelle egiziane, non sono tombe ma are sacrificali.
Le piramidi, anzi più esattamente tronchi di piramidi sono fatti a scaloni di una certa altezza posti su basamenti a vari livelli.
Nei siti archeologici da noi visitati, oltre alla piramide, c’era sempre il campo per il gioco della palla, essa doveva passare attraverso un cerchio in pietra posto ad una certa altezza addossato alla parete; ci siamo chiesti: ma come facevano ?
Momenti di intensa spiritualità sono stati quelli vissuti nel santuario della Madonna di Guadalupe regina del Messico ed imperatrice dell’America del Sud,che i Messicani chiamano la” Lupita” il cui culto è vissuto dai fedeli in modo diretto ed appassionato.
Nelle chiese essi pregano in ginocchio con un lumino acceso, la loro vibrante preghiera dona emozioni profonde e fa scoprire una dimensione della fede, che, forse, noi abbiamo dimenticato.
Il Chiapas misterioso ed affascinante ci accoglie con la sua lussureggiante foresta tropicale con fiordi e cascate di rara bellezza, dove vivono coccodrilli e scimmie urlatrici. Le popolazioni indigene vivono in simbiosi con la natura lontani anni luce dal nostro mondo.
Che dire poi dei volti dei bambini cosi belli ed accattivanti, essi ti circondavano ad ogni sosta per vendere i loro souvenir.
Il Messico è un paese giovane con una popolazione , la cui età media non supera i trenta anni;ancora oggi essi lottano per la conquista di elementari e dignitosi standard di vita. e per la sopravvivenza.
Durante uno dei tanti trasferimenti in pullman ci siamo imbattuti in un blocco stradale; i genitori avevano bloccato la strada perché non avevano i soldi per comprare ai loro figli quaderni e penne.
Un paese povero ma con tanta dignità che vive con rassegnazione questo disagio, che ha lasciato in noi tutti una profonda tristezza.
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