“Non avrete il mio odio…”

di - del 22 Novembre 2015 © diritti riservati

Attentato-in-Francia-13-novembreGli attacchi terroristici nel cuore d’Europa rappresentano un attentato alla Pace. Non è facile, forse impossibile, comprendere a fondo il senso dell’eccidio d’innocenti, caduti per mano di assassini privi di scrupoli, pronti a farsi saltare in aria senza timore alcuno. Siamo di fronte ad esseri per i quali vivere o morire è indifferente e scelgono un progetto di morte in maniera così cruenta, perché non hanno il senso della vita.
La Francia colpita mortalmente, ha vissuto l’impotenza e l’incredulità, sentimenti che gli americani vissero in quel tragico ed indimenticato undici settembre che cambiò le sorti del mondo.
Eppure i terroristi Al-Qaida prima e dell’Isis poi, nonostante lo spargimento di sangue, continuano a muovere minacce all’Occidente, seminando un crescente sentimento di profonda paura.
Ma perché avere paura?
Cosa impaurisce l’Occidente dalle minacce di terroristi senza scrupoli?
Il sentimento prevalente che segue episodi del genere, è il senso di rivalsa, lo spirito di autodifesa, l’istinto ed il pregiudizio di chi confonde i responsabili, con il musulmano, l’arabo, l’immigrato…
Il sentimento principe in fatti del genere, è certamente di distanza, repulsione, rivincita che sono appunto l’anticamera che fa perdere di vista il senso della vita e conduce su un piano di morte, lo stesso professato dai terroristi.
Così non va!
E’ vero, insospettabili, addirittura un rifugiato cui si è dato asilo era nel commando dei terroristi, ma ciò deve far riflettere non alimentare una spirale di diffidenza o odio.

Dopo i fatti del 13 novembre da più parti si afferma un’opportuna chiusura delle frontiere, la drastica riduzione dei flussi migratori utili a ridurre episodi di terrorismo.
Ebbene se questa è la misura per far fronte al terrorismo, a contrario mi domando: “quale sia la misura per custodire la libertà e frapporla a chi sostiene queste azioni criminali?
La risposta è certamente nessuna, ovvero non c’è una misura facilmente apprezzabile o da contrastare efficacemente a chi professa un progetto di morte ed è pronto a morire. Quindi è francamente ed oggettivamente rischioso giungere alla estremizzazione dei concetti, se non con una logica contraria a quella di morte.
Not-in-My-nameIl punto vero è che in una società multietnica e multiculturale, si vive ancora il gap legato a certune differenze a cui si vorrebbe ricondurre la fonte del problema. Tuttavia, continuo a credere, che le differenti culture, i credi religiosi non siano l’epilogo degli attacchi all’America e poi alla Francia, di atti terroristici che attentano alla Pace del Pianeta.
A ben guardare, viene quindi da chiedersi quale possa essere la risposta a fatti del genere, ma essa è difficile, perché si rischia di essere tacciati di teorizzare sul dolore altrui, e sui diversi sentimenti provati in occasione di un sì tale e violento atto terroristico che ha mietuto tante vittime.
Eppure il cristiano che professa l’amore per il prossimo, gli uomini che fanno del loro credo la Pace e la Libertà, dovrebbero domandarsi, se la morte col sacrificio di Croce non sia stato già esempio attraverso cui passa il riscatto dell’uomo dal peccato e dalle miserie umane, verso una libertà di libero arbitrio, ovvero la facoltà di prendere liberamente le nostre decisioni.

Ecco, forse, far parlare chi ha subito il dramma e sentito il dolore sulla propria pelle e dà risposta ai terroristi, è quantomai la breccia che apre alla luce in tanta oscurità di pensiero. Sono le parole di Antoine Leiris a segnare la risposta ed il cammino contro un progetto di morte, a chi ha tolto a lui e suo figlio di appena diciassette mesi, una moglie e una madre, Helene, vittima della strage del Bataclan: “Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarvi. Ve lo meritereste, tuttavia rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete.
Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma avete perso.
L’ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo.
Pertanto non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bambino vi farà l’affronto di essere libero e felice.
Perché no, non avrete neanche il suo odio.

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