“Non possumus “
Queste parole furono dette da Papa Clemente VII a Enrico VIII, re d’Inghilterra, che chiedeva lo scioglimento del suo matrimonio per sposare Anna Bolena provocando, di fatto, lo scisma della Chiesa Anglicana.
Senza entrare nel merito, non ne sarei capace, dico che tali parole sono tornate prepotentemente alla ribalta, con l’avvicinarsi del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia; emergono posizioni contrastanti di taluni Cardinali che, fedeli all’ortodossia, dichiarano che non può esserci alcuna ambiguità sostenendo che il Nuovo Testamento proibisce divorzi e successive nuove nozze.
Una chiusura totale e senza appello a posizioni contrarie alle leggi di Dio.
Eppure, le nozze celebrate da Papa Francesco domenica in Vaticano, raccontano uno spaccato diverso della famiglia con richiami forti alle nuove sfide che la Chiesa si appresta ad affrontare.
La “soluzione misericordiosa al divorzio” sostenuta dal Cardinale Kasper apre nuove prospettive ed instaura un nuovo corso con aspetti diversi della evangelizzazione in cui accanto alla dottrina c’è la “compassione” cioè il patire insieme.
L’accoglienza di chi soffre dando a queste persone “tenerezze e carezze” non dimenticando che siamo tutti peccatori; Dio perdona sempre tranne quando noi smettiamo di chiedere perdono.
Posizioni già espresse dal Cardinale Carlo Maria Martini: “I sacramenti non sono uno strumento per la disciplina, ma un aiuto per gli uomini nelle debolezze della vita……la domanda se i divorziati possono fare la comunione deve essere capovolta: come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti, a chi vive situazioni familiari di disagio“.
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