Pe’ mmare nun c’è taverna…
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Kalina – 18 Luglio 2015 – appena partiti da Singapore per Beirut
Disse Pulcinella: “pe’ mmare nun c’è taverna” – in mezzo al mare non ci sono taverne e con questa espressione sempre attuale, la Maschera napoletana, rende molto bene l’idea delle difficoltà che incontra chi va per mare, preso dalla necessità di un posto di ristoro, di una richiesta di assistenza medica urgente, di assistenza meccanica al motore, di un impellente bisogno di viveri, etc… impossibili da trovare in mezzo al mare.
Intanto, dal porto di Singapore, tra pochissime ore partiremo per il lungo viaggio che ci riporterà nel Mediterraneo in vista del prossimo scalo di Beirut.
Un viaggio di circa 9700 chilometri, attraverso lo Stretto della Malacca, l’Oceano Indiano, il Mare di Aden, Il Mar Rosso, il Canale di Suez ed infine il Mar Mediterraneo. Una rotta lunga ed insidiosa che va ben preparata e pianificata, in anticipo, poiché per un viaggio internazionale di “lungo corso”, è da valutare nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso. Trascurarne alcuni, potrebbe rivelarsi un grande problema, ecco perché sono molte le operazioni da compiere in casi del genere:
1) Pianificare la rotta. La stesura del “piano di navigazione” è certamente la fase più interessante ed in cui si deve tener conto di molteplici fattori tra cui:
Le condizioni meteorologiche ed oceanografiche dei tratti di mare che si attraversano;
I fusi orari, ossia lo spostamento orario per adeguarsi all’orario di arrivo;
Le insidie del percorso, quali la pirateria, il traffico pescherecci, quello navale, il pericolo dei bassi fondali, gli iceberg e molto altro.
Non meno importante, il calcolo dell’ora stimata di arrivo, che ad una velocità di circa 19.5 nodi, ci permetterà di giungere a Beirut il 30 Luglio alle ore 11 locali.
2) Rifornire il carburante. La nave, secondo la regola, deve partire con carico che consenta un’autonomia minima per raggiungere il porto di destinazione, maggiorato del 25% per il caso che fossero necessarie manovre evasive a causa del maltempo, per eventuali operazioni di soccorso ad altre navi, e così via…
Per quanto ci riguarda a Singapore ci riforniremo di 1500 tonnellate di nafta pesante, con un quantitativo totale a bordo di 4000 tonnellate al momento della partenza.
3) Rifornire i viveri, materiali consumabili e generi di prima necessità. L’acqua dolce lavanda la produciamo a bordo, mentre per bere si usa esclusivamente l’acqua minerale, ed anche in questo caso vige la regola della maggiorazione del 25%, di scorte.
Tra i generi di prima necessità i medicinali in conformità agli standard internazionali per il tipo di nave e di viaggi. In quanto al nostro tipo di nave non è previsto l’impiego di personale medico o paramedico, questo compito a bordo è svolto dal Comandante coadiuvato dal Primo Ufficiale di Coperta, muniti di apposite certificazioni. Nel caso invece si verificasse un’emergenza di una certa entità, si consulta il “C.I.R.M.” Centro Internazionale Radio Medico – con sede a Roma, attivo 24 ore al giorno: un’eccellenza italiana di cui poco si parla.
4) Pianificare il carico da trasportare. Un argomento molto delicato ed importante per la nave stessa. Il dislocamento, ossia il peso complessivo della nave a pieno carico, supera le duecentomila tonnellate. Un’enormità! Ecco perché un’errata disposizione dello stivaggio del carico, potrebbe causare il cedimento strutturale con perdita del carico o l’ingavonamento della nave per mancanza di stabilità. Infatti, tecnicamente, “la stabilità della nave” è appunto la caratteristica che ha la nave a ritornare con i ponti paralleli alla superficie del mare, dopo aver subito un’inclinazione dovuta ad una forza esterna.
Il Comando nave, ricorrendo alla simulazione al computer, grazie a programmi dedicati, verifica le condizioni di stabilità, assetto, immersione e stress cui la nave potrebbe essere sottoposta ; se ritiene opportuno, esegue le modifiche al piano di carico o alla predisposizione/spostamento dei liquidi, nafta, zavorra, acqua dolce… Infine, se tutti i parametri rientrano negli standard richiesti dall’International Maritime Organization, il Comandante da il via libera alle operazioni.
A fronte di queste complesse operazioni, nell’immaginario comune, i marinari spesso sono considerati turisti che una volta in porto sbarcano e sono liberi fino alla ripartenza della nave: ma non è così!
I macchinisti di bordo ad esempio approfittando della sosta, effettuano lavori di manutenzione al motore principale ed ai motori ausiliari, pratiche poco note ma importantissime per evitare pericolose avarie in navigazione. Si procede alla manutenzione degli apparati di navigazione quali: radar, girobussole, bussola magnetica, scandaglio… etc. Tutte attività che richiedono il lavoro e l’impegno anche di centinaia di persone che ci seguono da terra, di cui il Comando nave è il destinatario finale. Difatti, le società di navigazione, gestiscono le navi attraverso dei specifici Uffici : Ufficio Commerciale, Ufficio Tecnico, Ufficio Legale, Ufficio Personale, Catering, Contabilità… con i quali il personale di bordo opera in sinergia.
Certo il personale di bordo previa autorizzazione del caposervizio, se liberi della guardia possono approfittare della libera uscita, ma spesso è l’eccessiva distanza tra i porti ed il centro città a scoraggiare la franchigia. Della libera uscita, sempre se liberi dalla guardia, si profitta per lo più, prima di una lunga navigazione, per concedersi qualche ora di relax o per shopping. Insomma, credetemi, sono finiti quei tempi in cui nell’immaginario comune c’era la convinzione che i marinai avessero una “donna” in ogni porto.
Prima della partenza, poi, l’autorità marittima competente, si accerta che la nave sia in perfetto ordine e in condizioni di navigabilità, quindi autorizza la partenza fino al prossimo porto.
Intanto, c’è solo da “testare l’apparato propulsore, i mezzi di comunicazione e gli organi di governo”.
L’operazione conclusiva è il “posto di manovra”, con i marinai schierati a prua ed a poppa pronti a mollare i cavi di ormeggio, al comando “Molla Tutto!”, che segna il distacco dalla terraferma e per noi la ripresa di navigazione in mare, per dodici lunghi giorni e con la speranza, come diceva Pulcinella, di non dover cercare mai alcuna taverna… sulla nostra rotta, ma fiducioso affidandomi, sempre, alla guida e protezione di Sant’Andrea Apostolo , nostro amato Patrono.
Il viaggio continua…
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