Pianto in morte di un Kosovaro trucidato
“PIANTO IN MORTE DI UN KOSOVARO TRUCIDATO”
In ricordo delle vittime dell’infame guerra nei Balcani
1995-2015
Vivevo con ali di cera
ma il sole l’ha sciolte presto.
Ero manovale a Podujev
ed ora più nulla …
Ramingo ed esule vago
su montagne innevate,
tra villaggi in fiamme e selve
inasprite; tra silenzi bagnati
di pianto e bombe lontane
che bruciano la rabbia
di chi ora ci odia…troppo.
Ho consumato oramai
le piante dei piedi
cercando un posto, invano,
dove, in pace, morire.
Ora, ascolto il vento
e rendo a lui il pianto
e il gelo di chi m’ha rapito
alla vita sol perché esisto.
Ieri in un campo di profughi
a Iankovic , due vecchi piangevano
un figlio morto e ancor vivo
che conta le ossa nel campo
di morte a Djakovica.
– Ma il tempo è passato? –
Che fa? Oramai non lo sento
più… da molto…
Le facce rugose di sempre
ora spiano sadiche
l’alito rimasto dentro:
aspettano d’accertare la morte;
e imprecano ché resisto
e sorridono se imploro:
“Sei nato sbagliato, fratello!”
Chi era amico m’ ha strappato
le membra e l’ha sparse in terra
dove non nascerà più grano;
ed il sangue mio raggrumato
è fiorito in un mausoleo
nel deserto.
Una bimba che portava fiori
sulla mia tomba…
è stata massacrata da una granata.
ANDREA CATALDI (C) 30 marzo 1999
Tratta da “IL MIO CANTO… PER VOI” (vol. II)
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