Preghiera della domenica
Anch’io, Gesù, posso fare come quel ricco:
ignorare semplicemente il povero
che sta alla mia porta,
fingere di non vedere le sue piaghe,
di non conoscere la sua fame,
incaponirmi a negargli il diritto
di avere anche lui un futuro
degno di questo nome, e dunque
affrancato dalla penuria e dallo sfruttamento.
Anch’io, Gesù, posso continuare
a mangiare tre volte al giorno,
a vestire con capi alla moda,
a concedermi svaghi e distrazioni,
senza pensare ai disperati,
a quelli che rischiano la vita
per sfuggire alla guerra e ai soprusi,
per cercare pane e lavoro.
Anch’io, Gesù, posso tranquillamente
riempire di cibo il mio frigo,
stipare di indumenti gli armadi
e scivolare nell’arroganza dello spreco,
senza provare alcun senso di colpa
di fronte alla condizione disumana
di tanti uomini e di tante donne.
Ma tu, Gesù, mi avverti
che non andrà sempre così,
che dal modo in cui tratto le mie ricchezze,
i beni a mia disposizione
dipenderà la mia eternità.
Sì, perché Dio non mi autorizza
ad insultare tanti miei simili
con comportamenti immorali e scelte insane
e un giorno tutto questo finirà amaramente.
Roberto Laurita
sacerdote, ha studiato liturgia a Padova (S. Giustina) e catechesi a Parigi (Institut Catholique), insegna catechesi nel Seminario diocesano e comunicazione pastorale nella Facoltà del Laurentianum (Venezia) e fa parte del consiglio di direzione della rivista Servizio della Parola.
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