Roberto De Simone: la religiosità del Sud chiave delle nostre radici

di - del 2 Settembre 2015 © diritti riservati

Roberto De SimoneA margine della XV° edizione del Capodanno Bizantino di Amalfi, la lectio magistralis tenuta dal Magister di Civiltà Amalfitana 2015, il maestro Roberto De Simone, ha posto l’accento sulla religiosità del Sud, chiave delle nostre radici.
L’illustre musicista, così ama preferibilmente definirsi, ha raccontato come l’intellettuale e studioso, Gabriele Pepe, abbia acceso in lui il desiderio d’indagare le tradizioni del Sud ricercandole principalmente nella religiosità del popolo napoletano e non solo. Una componente antropologica che in tutti i suoi studi si è rilevata fortemente significativa e predominante nella ricerca musicale, delle tradizioni caratterizzanti di un popolo.

La prolusione del neo eletto Magister, la cui investitura si è svolta ai piedi della scala della chiesa di San Salvatore de Birecto di Atrani, è stata apprezzata da Sua Ecc.za Mons. Orazio Soricelli che nel discorso di chiusura del Capodanno Bizantino 2015 l’ha così commentata:”Nell’incontro agli Arsenali abbiamo apprezzato il suo talento artistico ma anche la sua grande umanità e rettitudine di pensiero e di vita – ha detto l’Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, in una piazza Duomo gremita di gente –  ci auguriamo che la sua presenza tra noi sia di sprone nel valorizzare, custodire la bellezza delle nostre tradizioni popolari, musicale ed artistiche.

Il maestro De Simone nella Sua ampia discussione  che ha preceduto l’investitura si è più volte soffermato sull’importanza dell’aspetto liturgico di certi riti della tradizione popolare, al canto, non di chi canta, ma come l’azione di chi canta che ne rende il senso.

Capodanno BizantinoAi giovani, soprattutto, De Simone dice: “Leggete la vostra storia“.
In questo tempo che il Magister definisce di “Incultura” chi sono i giovani? Ai giovani del nostro tempo, “Non saprei più cosa dire, forse servirebbero gesti esemplari, che verrebbero da una apocalisse che si prospetta”. Un’apocalisse che pone l’interrogativo di: che fine farà questa società? Questa società massificata e schiava dei consumi. E aggiunge: “Nemmeno il matrimonio rappresenta un ideale“, lo rappresenta in quelle marginalità in cui la famiglia ha ancora un senso. Viviamo un tempo in cui le unioni si sciolgono in breve tempo e “le vittime di ciò saranno i figli“.

Per le capacità individuali e i meriti che gli si riconoscono, De Simone dice: “Ringraziamo il Signore per i doni che ci ha dato“, per i quali noi abbiamo meriti relativi e non assoluti. Percorriamo la strada di come ha fatto la Natura, che riconosce i meriti dove essi siano, perché dentro di noi c’è sempre qualcosa che ci riconduce all’onesta di vivere. Ai politici quelli veri, li sprona a un “lavoro di educazione”, perché auspica che “il politico sia innanzitutto un educatore, più che un politico provvisto di progetti uguali ad altri.
Sulla “Vera cultura“, afferma senza esitazione alcuna: “Non ci giura nessuno!

Quello del Magister di Civiltà Amalfitana, del Capodanno Bizantino amalfitano 2015, è un excursus a 360 gradi che scava ed indaga nel cuore dell’uomo. E’ un invito a guardare dentro di se, con la consapevolezza, per ammissione dello stesso De Simone, che in tutto ciò che ha fatto, potrà “aver commesso qualche errore, ma di aver sempre detto la verità“.

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