Santa Maria delle Grazie e la famiglia Milano
La famiglia del barone don Antonio e di don Gennaro Milano suo fratello, che ricostruì la chiesa di S. Maria delle Grazie dell’omonimo rione amalfitano, si è estinta nel corso dell’Ottocento.
Essi erano figli di Filippo senior e Beatrice Mazzarella. La famiglia si componeva in totale di cinque fratelli e tre sorelle. Dei maschi solo don Nicola si sposò ed ebbe tre femmine, Camilla, Maria, Maria Gaetana, e due maschi, Filippo e Francesco.
Filippo sposò Maria Saveria Natale e non ebbe figli; Francesco ne ebbe una sola, Fortunata.
Gli ultimi eredi abitavano nei locali del soppresso monastero di S. Lorenzo del Piano, dov’è stato costruito il cimitero, che era denominata ugualmente “Casa Milano” come il rione della chiesa di S. Maria delle Grazie.
Il personaggio più importante del casato fu il celebre avvocato don Antonio Milano, che ereditò il titolo di barone di Mojo nel Cilento dalla nonna materna donna Teresa Pepe. Un giorno mentre era seduto su un poggio alla porta della marina grande di Amalfi fu ferito alla coscia da un proiettile partito accidentalmente dalla pistola del suo amico cav. Francescantonio del Giudice. Da allora in Napoli quando arrivava nelle aule di tribunale gli altri legali esclamavano: «Ecco arrivato il diavol zoppo». Uomo di somma onestà e gran perspicacia ed ingegno, eccelleva nelle controversie feudali, fedecommissarie, ecclesiastiche e consuetudinarie che erano il campo più arduo allora del sistema legale.
A Napoli abitava nel quartiere Mergellina ma passava spesso l’estate in Amalfi presso la famiglia. Morì nel 1764 a Mojo nel Cilento dove si era recato a visitare il suo feudo. Subito dopo la morte i fratelli vendettero il feudo di Mojo per 2000 ducati a don Saverio Pepe.
Le notizie sul barone Antonio Milano sono tratte da Matteo Camera Memorie Storico – Diplomatiche dell’antica Città e Ducato di Amalfi, vol I, pp. 654 ss.
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