“Sea smoke”, mare fumante incognita di navigazione
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
del comandante Salvatore Barra
Msc Ditte 5 Gennaio 2017 – In Navigazione da Tanjung Pelepas a Suez
L’arrivo al “traguardo” – definito parallelo limite (la linea immaginaria di Latitudine 29° e 43′) di Suez è fissato per le ore 23:00 locali di tutte le sere, tempo massimo per poter essere ammessi al convoglio in partenza all’alba del giorno successivo. Superato questo limite la nave è tenuta a pagare, oltre al costoso pedaggio, una sovrattassa del 2%, che diventa 5% se si giunge oltre l’una.
In generale le navi della MSC giungono al parallelo limite intorno alle 22:00 locali, comunicandolo via radio alla capitaneria di porto, che dopo una serie infinita di domande di natura commerciale ed operativa, assegna un posto di ancoraggio in attesa della formazione del convoglio. Come da programma, alle 21:30 raggiungiamo la posizione assegnata ed ancoriamo, dando fondo all’ancora di sinistra dal peso di oltre ventuno tonnellate.
Le distanze da una nave all’altra, in quest’area di ancoraggio, sono minime – per questo motivo, l’ufficiale di guardia in plancia deve monitorare costantemente il nostro “punto nave” ed al contempo verificare la posizione delle altre navi.
L’ufficiale di guardia in macchina deve essere sempre pronto ad “accendere” i motori in caso di emergenza ed il nostromo a salpare l’ancora in caso di necessità. Una volta ancorata la nave, è presa letteralmente d’assalto da parte di autorità e di “spicciafacendi” – Si effettua la pratica di transito del Canale, con l’ispettore che eseguiti i controlli del caso determina l’entità del pedaggio; poi arriva la Sanità e qualche volta la Dogana. Alla fine ci viene rilasciato il certificato di “Free Pratique”, cioè “la libera pratica” che consente il transito.
Sottobordo immancabilmente c’è chi chiede di acquistare materiali usati dalla nave, tipo: cavi di ormeggio, cavi d’acciaio, parti meccaniche in bronzo, acciaio ed altro. Altri tentano di vendere oggettistica o alimentari e frutta. Si crea un via vai di barche e persone, “un casino”, che fortunatamente dura solo una mezz’oretta…. poi tutti si trasferiscono alla nave che segue. Per le regole di sicurezza del Canale, ogni nave deve prendere una o due lance (con relativo equipaggio) per il caso sia necessario l’ormeggio di emergenza ed un elettricista per il posizionamento di uno speciale proiettore; ausiliari che ci accompagneranno per tutto il tragitto, fino a Port Said.
6 Gennaio 2017 – transito del Canale di Suez
Da tutta Europa (e da Facebook) giungono notizie ed immagini del freddo che sta attanagliando il Sud Italia. All’alba nella rada di Suez, il termometro segna dieci gradi centigradi e per gli egiziani – abituati a ben altre temperature – sembrerebbe freddo polare. Durante la notte viene stabilito l’ordine del convogli, alla nostra nave spetta il numero tre. Vivo questo particolare momento con una discreta tensione, è il primo passaggio del Canale con una nave di notevoli dimensioni. Tutte le manovre vanno eseguite alla perfezione e con la dovuta concentrazione.
Alle 4:00 imbarca il pilota del Canale e salpiamo l’ancora. Alle 4:30 – “macchina avanti molto adagio”, la nave si avvicina al canale di boe che ci introduce nel Canale. Le tenebre, in questo periodo dell’anno, hanno ancora la prevalenza sulla luce. Lo scintillio delle boe e in lontananza le luci della città di Suez, rendono questo momento magico, dai colori bellissimi. Alle 5:30 entriamo nel Canale, sulla sinistra la sponda africana con la città di Suez, mentre a destra la sponda asiatica con la sabbia del deserto. In prossimità dell’alba, i due piloti a turno, rivolti verso la città Santa della Mecca, effettuano le preghiere di rito, previste dalla religione Islamica; dopodiché, affamati per lo “sforzo compiuto” con le “consuete” genuflessioni, ci chiedono che gli venga servita una lauta colazione, con la solita raccomandazione di non servire cibi preparati con carne di maiale – “No Pork, please!”
Poco dopo le 8:00, succede quello che non ti aspetti. In prossimità della zona denominata “Dei Grandi Laghi Amari” (Great bitter Lake) osserviamo la formazione della nebbia – l’acqua calda e temperatura fredda, dapprima si manifesta con il fenomeno “Sea Smoke” mare fumante e dopo poco tempo la nave entra in un banco di nebbia fitta, con scarsissima visibilità. A mia esperienza in questo posto mi ero imbattuto in tempeste di sabbia, ma di nebbia mai. Grazie alla moderna strumentazione di bordo, non abbiamo avuto problemi a continuare la navigazione – dopo tutto, non avevamo alternative – anche se lo stress di ciascun membro dell’equipaggio era ben visibile. Verso le 11:00, in prossimità della città di Ismailia la nebbia comincia a diradarsi con enorme sollievo per tutti. Alle 15:00 arrivo a Port Said, sbarchiamo i piloti, lance ed elettricista del Canale. Poco più tardi, alle 16:00, usciamo definitivamente dal Canale e procediamo con Macchina “avanti tutta” verso il porto Spagnolo di Algeciras.
Sabato 7 Gennaio 2017 – Natale Ortodosso – In Navigazione da Port Said a Algeciras
In effetti i fratelli cristiani della Chiesa Ortodossa (tranne la Grecia) – al Calendario Gregoriano, adottano quello Giuliano, da noi in vigore fino al 1582 quando ci si accorse di un ritardo del tempo dovuto a calcoli errati – e quindi si decise di “azzerare” l’errore con un balzo in avanti del calendario di circa due settimane ed introducendo l’anno bisestile. Da questa operazione ne scaturì la differenza di date tra il Natale cattolico e quello ortodosso. I nostri equipaggi son spesso composti da ortodossi ed è quindi consuetudine di festeggiarli entrambi. Purtroppo, questa volta non è andata bene, i venti freddi e burrascosi hanno formato un discreto moto ondoso da Nord – Nord ovest, mediamente di cinque metri di altezza, provocando movimenti di rollio e beccheggio alla nave – nulla di straordinario, intendiamoci, ma quel tanto che è servito a rovinare in parte la festa. A pranzo, abbiamo consumato l’agnello, come nelle loro tradizioni e poi frutta secca e panettone, come nelle nostre tradizioni. Alla fine tutti felici… nonostante la burrasca.
Domenica 8 Gennaio 2017- Navigazione nel Mar Ionio
La burrasca continua per l’intera giornata. Ai fastidiosi movimenti di rollio e di beccheggio, la velocità è ostacolata dagli elementi meteo marini, per cui abbiamo dovuto riconsiderare l’ora di arrivo, calcolando un ritardo di oltre sei ore rispetto al tempo iniziale stimato (ETA – Estimated Time of Arrival). Verso sera, avvistiamo il faro di Capo Passero, promontorio sito sull’estremità orientale della Sicilia, che doppiamo verso le ore 19:00 – La grande Isola ci ripara dal forte vento, offrendoci , come si dice in gergo, un buon ridosso. Il mare agitato come d’incanto si placa, il vento cala notevolmente d’intensità. La velocità della nave è aumentata sensibilmente; le mille luci della costa siciliana, offrono uno spettacolo unico nella magia della notte. Molti uomini dell’equipaggio approfittano del segnale telefonico italiano per chiamare i propri cari e poco dopo la mezzanotte la costa siciliana è solo un bel ricordo e le sue luci iniziano a confondersi con le stelle del firmamento.
Mercoledì 11 Gennaio 2017- in Navigazione da Port Said ad Algeciras
Dalla Sicilia in poi le condizioni meteo marine si mantengono buone alla mezzanotte doppiamo punta europa ed entriamo nella baia di Gibilterra. Alla nostra sinistra la città di Algeciras mentre a destra l’enclave di Gibilterra. Manovriamo per l’attraccoeffettuato alle 01:30; alle 3:00 finalmente pratica di arrivo archiviata – nave in libera pratica – operazioni di discarica avviata: il personale libero dalla guardia può riposare.
E’ la prima volta che scalo questo porto, precedentemente avevo visitato la città stato di Gibilterra, qui nel corso della seconda guerra mondiale gli incursori della Marina Militare – alcuni componenti della famosa DECIMA MAS erano imbarcati su una vecchia petroliera, la Nave “Olterra”, ufficialmente per riparazioni – la nave era dislocata nel porto di Algeciras. In realtà, i doppifondi dell’Olterra, posti nella carena (la parte immersa), erano aperti ed in essi custoditi i famosi “maialetti”, una sorta di mini sommergibili a forma di siluro, capaci di trasportare due incursori per volta, con le cariche esplosive da piazzare sotto le chiglie delle navi nemiche. Terminate l’incursione i “maialetti” venivano riposizionati nel ventre dell’Olterra ed i marinai riprendevano il loro lavoro in incognita. La marina Inglese non riuscì mai a capire la provenienza di quegli attacchi che costò l’affondamento di otto navi nemiche, avvenuto tra il 1941 ed il 1943.
Giovedi 12 Gennaio 2017 – in Navigazione da Algeciras a Felixstowe
Alle mezzanotte la nave è pronta per la manovra di partenza – la temperatura mite, il cielo è stellato, calma di vento e di mare. Si voltano i rimorchiatori, si mollano gli ormeggi. La nave esce a marcia indietro dal porto di Algeciras, si manovra con l’ausilio di tre rimorchiatori, con due eliche prodiere e con l’elica di poppa. Alle 00:40 usciamo dalla Baia di Gibilterra – timone tutto a dritta – fino a raggiungere i 270 gradi della rotta vera. Mettiamo il motore alla massima potenza e procediamo. Alle 01:45 al traverso dell’Isola di Tarifa, sul lato destro la costa spagnola; sul lato sinistro la costa africana del Marocco e davanti il blu notte dell’Oceano Atlantico.
La navigazione continua…
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