Valore storico delle Regate

di - del 29 Maggio 2014 © diritti riservati

voce pastore amalfi

dalla Voce del Pastore del maggio 1977

Valore storico delle Regate

di Giuseppe Alessandro Gargano

 

Compito di questo articolo è di presentare i più importanti rapporti che si sono avuti nella storia tra le quattro Repubbliche del mare e anche un po’ la spiegazione, dei personaggi presenti nei cortei.

Cominciamo a parlare, per dove re di ospitalità, del corteo di Venezia.
Esso ci presenta il grande splendore della Serenissima nella storia e soprattutto, con la regina di Cipro nel XV secolo.
Quello di Genova, invece, illustra tra la potenza marinara della Repubblica, concentrata su quell’uomo d’armi che fu l’Embriaco, eroe delle Crociate.
E’ poi la volta di Pisa che vuole ricordare l’avvenimento di Cinzica dei Sismondi, che nel 1004 permise di salvare la città da un segreto attacco dei Saraceni.
Infine il corteo di Amalfi, che con i suoi sfavillanti colori sovrasta abbondantemente gli altri in bellezza.
Esso rappresenta il grande fasto degli anni intorno al Mille, quando il commercio, l’arte, la scienza vi splendevano eminentemente.
La parte centrale del corteo vuole rappresentare un avvenimento del 976, quando Giovanni, figlio del Doge Mansone I°, sposò la popolana Caterina contro ogni rigorosa regola di quei tempi.

Dopo aver brevemente illustrato il .significato dei cortei, ci apprestiamo, ora, a descrivere quelle che furono le relazioni tra le quattro Repubbliche.

Innanzitutto bisogna ricordare che la prima Repubblica fu Amalfi, che nell’ 839 si staccò definitivamente dal Ducato di Napoli. Pisa e Genova, invece si liberarono insieme dal dominio dei Franchi e costruirono la loro fortuna sui mari anche sulle spalle di Amalfi.

L’ultima, Venezia, divenne la più fastosa e la più potente, grazie al suo forte governo di tipo oligarchico.

Un tradizionale patto di alleanza tra Venezia e Amalfi esisteva già dal X secolo e nel 1080 la Repubblica veneta aiutò quella Campana a ribellarsi a Normanni.
Due anni dopo i Veneziani ricevettero alcuni fondachi amalfitani di Costantinopoli.

Nell’XI secolo iniziarono le varie lotte dei Pisani e dei Genovesi contro Saraceni , che si conclusero con la liberazione completa della Sardegna da parte dei primi e della Corsica da parte dei secondi.

Nel 1087 il nobile Pantaleone Comite di Amalfi (a capo di una flotta di navi private) , i Pisani e i Genovesi effettuarono una spedizione contro la città araba di El Mehdia.

Il primo incontro tra Amalfitani e Genovesi nei mari dell’Oriente avvenne nel 1098, in occasione dell’allestimento della Prima Crociata. Agli inizi ,del Xli secolo vi fu una lunga guerra tra Genova e Pisa, terminata poi con la pace del 1133.

Due importantissimi trattati furono stipulati tra Amalfi e Pisa nel 1110 e nel 1126, che testimoniavano ancora l’indipendenza politica della Repubblica campana.

Nel primo trattato Amalfi si fece garante presso la Corte di Costantinopoli, in modo da permettere l’accesso nel porto della città alle navi pisane.

Così Amalfi si alleava con Pisa per cercare di rendere difficile la vita commerciale veneziana, •che aumentava Ogni giorno di più la sua influenza.
Il secondo trattato, invece, era prettamente commerciale e permetteva agli amalfitani di poter liberamente operare nel porto pisano.

Purtroppo nel 1135 fa flotta pisana, approfittando dell’occasione della sua spedizione in difesa di Napoli contro il pericolo normanno, attaccò Amalfi, ricevendo non poche perdite.

Comunque due anni dopo ripeteva l’impresa, riuscendo completamente nel suo intento: fiaccare la sua grande rivale nei mari d’Oriente.
A capo dei liti pisani, alleati dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, c’era Niccolò Rufolo, patrizio ravellese.
Costui si impadronì della Costiera e la governò, appoggiato da alcuni nobili della sua città, finché non fu sconfitto dai Normanni.
Al principio del XII secolo furono stipulati dei trattati commerciali tra Amalfi e Genova e lo scrittore Guglielmo d’Apulia scrisse circa le operazioni che gli Amalfitani effettuavano sul mercato genovese.

Nel 1184 Amalfi fu superata da Genova nei commerci. Il XIII secolo fu in gran parte travagliato dalla lunga guerra tra la guelfa Genova e la ghibellina Pisa.

Ricordiamo a tale proposito la battaglia dell’isola del Giglio vinta da Pisa (1241) e lo scontro finale della Meloria, nel 1284, che segnava il definitivo tramonto della Repubblica toscana.

Sempre in quel periodo vi furono molte azioni di pirateria compiute da navi genovesi a discapito degli Amalfitani, per cui questi ultimi dovettero costruire numerose torri lungo la propria costa, per proteggere la popolazione.

Nel 1272 vi fu un altro attacco dei Pisani che depredarono la Città di Maiori; Amalfi, invece, egregiamente organizzata dall’Arcivescovo Filippo Augustariccio, incuté paura negli invasori , che desistettero dall’assalirla.

Ricordiamo, infine, la breve guerra tra Pisa e Venezia e poi il lungo conflitto tra la Serenissima e Genova.
Nei primi tempi la vittoria arrise ai Genovesi che, nel 1298, sconfissero i loro rivali alle isole Curzolari, facendo prigioniero anche Marco Polo.

Successivamente essi subiranno una grave e definitiva sconfitta, che segnò l’inizio di una grande egemonia veneziana, nel territorio di Chioggia(1380).

Così il prossimo 19 giugno le imbarcazioni delle quattro antiche repubbliche marinare, cimentandosi nell’azzurro mare di Amalfi, rievocheranno tutti questi episodi e le onde del mare, infrangendosi contro gli scogli, riecheggeranno le grandi battaglie ed il fasto glorioso di un tempo che non è più.

 

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