Venite Adoremus dominum

di - del 25 Dicembre 2014 © diritti riservati

Gsù bambino cattedrale AmalfiIl tempo ormai si è compiuto, è nato per noi il Salvatore Cristo Gesù!

In tutta la terra oggi, si proclama solennemente con voce soave, ma forte ed imperiosa come quella degli angeli che annunziavano ai pastori: “Alleluja, Gloria in excelsis Deo”. Citando San Leone Magno egli afferma: “Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne!

Scrutando la solennità odierna in merito alle letture che la liturgia ci offre, possiamo calare la nostra umanità di creature, una divinità che ci appartiene anzi, ci è stata già donata quando siamo diventati partecipi della grande famiglia di Dio, nel battesimo.

Nella prima lettura, tratta dal deutero Isaia (secondo Isaia 52,7-10) è il canto gioioso del messaggero che accoglie la buona novella, la buona notizia che è solenne nella Gerusalemme del Signore assediata. Questa lieta notizia, esclama l’arrivo odierno del re liberatore che viene accolto festante dalle sentinelle, attendendolo con trepidazione e speranza. Al cuore dell’evangelo portato dal messaggero è l’annuncio del regno di Dio tra gli uomini che lo accolgono; specialmente nel v.7 quando si evince il manifestarsi del Signore come Salvatore e Consolatore del suo popolo.

Infine le v.10 vediamo come plasticamente viene intravisto da parte del profeta come il Signore denuda addirittura il suo braccio per avere un contatto “umano” con il suo amato popolo. La seconda lettura, invece è presentata dalla lettera di Paolo agli ebrei 1,1-6. Paolo, in questa sezione biblica, definisce Gesù rivelatore del Padre. È un descrizione dell’apostolo delle genti come in una ampissima solennità, egli dopo aver accennato alla rivelazione di Dio tramite i profeti, ora invece presenta il protagonista principale del nuovo testamento che è il Figlio Gesù Cristo. Egli diventa quindi, irradiazione della sua gloria e impronta della sostanza del Padre v.3; diventa luce per illuminare le creature ed il creato intero, che vive e che geme tutta per la sua venuta.

In ultima analisi l’evangelo di Giovanni, l’incipit giovanneo è il Verbo, la Parola di Dio che assume l’aspetto carneo, e prende dimora tra gli uomini, richiamando la tenda del convegno, come quando il popolo ebraico era alla presenza del Signore intorno ad essa. Vien la luce per rischiarare chi è nelle tenebre dell’errore e della morte, luce vera che porta la verità, quella che illumina ogni uomo. Tutto questo è da principio, da sempre è “in mente Dei”,soprattutto la venuta del Cristo, perché deve ritornare a Lui, questo è il progetto salvifico dopo la creazione.

Non tutti però quella notte lo hanno accolto, solo l’uomo semplice ed umile ha avuto potere di diventare figlio di Dio nel Figlio unigenito. Nella venuta di Gesù Cristo sulla terra, ha ricapitolare in se stesso tutto quello che era stato preannunciato dai profeti, da Abramo fino a Giovanni Battista. Il mistero di Dio si è ridotto in un piccolo bambino, ma poi diventerà grande e forte perché reggerà con il suo braccio destro lo scettro della di Davide suo padre e regnerà per i secoli eterni.

Concludendo voglio formulare a tutti voi fratelli e sorelle, un Buon Natale del Signore a tutti, portiamo nel nostro cuore il divino bambino che oggi è nato per noi, doniamo la nostra gioia a tutti tramite un sorriso, sincero, piano d’amore e di speranza, affinché possiamo cambiare questa società dove tutto si è materializzato, senza uno sguardo rivolto verso il bisogno e verso l’indigenza.. Carissimi auguri…!

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